di Tonia Credendino
Provate a chiedere ad un motore di ricerca “Via Tribunali”…il primo sito che troverete in eleno, beh… con mio immenso stupore www.viatribunali.net, pizzeria del quartiere Capitol Hill di Seattle, Washington. Niente Sorbillo e Sorbillo a Cacialli, tanto per citare qualcuno in opera nella via più golosa di Napoli!
Via Tribunali è stata definita dalla stampa americana ” più autentica di quella di Napoli ” e anche se quest’ultima è un’ esagerazione è giusto dire che la pizzeria è frutto di una forte passione per il cibo e il vino del Sud Italia.
Sul sito troverete riportata la storia di un tassista che porta un americano giù per un’oscura Neaopolitan strada per incontrare un talentuoso Pizzaiolo, e subito sbattuto in un aeroporto …
Non so se questa storia sia vera, ma posso tranquillamente affermare che quel posto è Napoli, riprodotta a regola d’arte.
Si sono impegnati ad utilizzare prodotti italiani importati in modo da rendere la cosa più vicina possibile alla pizza sottile in stile che si può trovare a Napoli. Ciò include il pizzaiolo, tutti gli ingredienti per la pasta per pizza , salse e condimenti , e, naturalmente , il forno – in questo caso, con piastrelle bianche , a forma di cupola , forno tradizionale a legna realizzato con i mattoni importati. Tutto, in breve, eccetto i tronchi di legno di mele utilizzati per alimentare le fiamme.
Ma se si fossero fermati qui… hanno importato la statua di San Gennaro, il marmo per i tavolini “traballanti”, le latte di concentrato, e se fate caso all’immagine del forno in alto a destra la gigantografia del napoletano Mario Vellotti di Santa Lucia, ed inoltre, il “Cristo” con lumini a seguito da inginocchiatoio.
Vi starete chiedendo, ma la pizza, com’era…. niente da fare, mancava un non so che di veracità.
Eppure l’amico americano con la nostra bandiera “si è fatto i soldi”, quota a cinque pizzerie, ha fondato un’associazione “la vera pizza napoletana” e le prossime tre aperture gli consentono una prosopopea che …. non si può spiegare.
Riflettendo: “quel posto mi ha aiutato a dare una dimensione di quanto il made in italy in America è un must e di quanto noi italiani non riusciamo a fare altro che guardare!!”
Lo ha fiutato Donatella Arpaia che ha aperto il Donatella a New York con la consulenza di Enzo Coccia.
Ed ecco un punto di vista americano sulla pizza napoletana
Dai un'occhiata anche a:
- Il segno dei tempi: al posto di Mammà (Gemma per i capresi) arriva Ciro Oliva con Concettina ai Tre Santi
- Come si mangia la pizza napoletana?
- Ad Anacapri Franco Pepe apre a-ma-re Capri
- Milano Pizza Week 2024. Oggi il gran finale: il programma delle pizzerie e delle catene artigianali
- Roma, Gino Capitone e la pizza a ruota di carro a Porta Pia
- Pizza a Portafoglio: dove mangiarla a Napoli
- Le cento pizzerie protagoniste del libro Calici&Spicchi di Antonella Amodio
- L’anno dei pizzaioli a Capri: Frank Prisinzano, Ciro Oliva, Enzo Coccia e Franco Pepe