di Virginia Di Falco
La pizzeria Sbanco ha aperto a Roma, quartiere san Giovanni, poco meno di un mese fa. Se la cercate su Google ci sono circa 17.000 risultati, in 0.52 secondi, tutti dedicati alla grande festa di apertura. Ma se meno di un minuto basta per trovare su numerosi blog le notizie dettagliate sull’inaugurazione, a partire dalle anticipazioni dell’autunno scorso, due settimane sono evidentemente ancora poche per provare da clienti questa pizzeria, visto che non c’è in rete una recensione che è una.
Allora, confesso, è cresciuta la curiosità di provarla. Ovviamente come faccio sempre: in forma anonima, possibilmente in un giorno infrasettimanale e… pagando il conto.
La premessa, in questo caso, è che conosciamo bene la pizza di Stefano Callegari, maestro di forno e farine, uno dei soci di questa nuova impresa. Sia quella di Sforno che quella di Tonda, che trovo entrambe molto buone e sicuramente tra le migliori cinque di Roma. La conclusione, ve la anticipo, è che per me, al momento, la pizza di Sbanco è un NO secco.
Andiamo per ordine.
Alla pizzeria Sbanco prenotare è ancora difficile: lo scrivono anche sulla pagina Facebook. In parte la giustifica curiosità, in parte problemi con la nuova linea telefonica. Dopo svariati tentativi, finalmente ci riesco, chiamando con sette giorni di anticipo, alle 17:00 in punto, orario d’inizio fissato per le prenotazioni (che si accettano fino alle 20:00). In realtà una volta arrivata scopro con sgomento che il mio nome non si trova in agenda. Ma insisto perché si controlli meglio, propongo di mostrare i messaggi con i quali ho confermato a chi mi accompagna la prenotazione ma devo dire che dopo pochi minuti, molto gentilmente, ci fanno accomodare.
Il locale è enorme, suddiviso tra birrificio e pizzeria con forno a legna, lo stile molto metropolitano: arredamento basico, colori scuri; il movimento, in un insieme altrimenti piuttosto monotono, è creato dalle diverse sedute del lungo bancone. Il servizio è giovane, giovanissimo, ma pronto e gentile. Si capisce ovviamente che lo staff è in fase organizzativa: siamo ancora all’inizio e i numeri sono davvero importanti. Più di 300 metri quadri, circa 200 coperti.
Il menu delle pizze è suddiviso in tre parti, come al solito: le pizze rosse (la margherita classica sempre a 7,50 euro), le bianche e le speciali che arrivano fino ai 12 euro. Poi ci sono i fritti (famosi) della casa, a partire dai supplì. Quelli provati qui sono una ennesima conferma: frittura ben eseguita, fiordilatte filante, sapori netti e distinti; notevole quello all’amatriciana, sempre gustosa la versione in bianco con la porchetta di Frascati. Da bis le patate fritte al momento, in versione chips con ketchup e maionese.
Delle pizze in uscita – ho il tavolo vicino al forno – colpisce da subito il numero sproporzionato di parti bruciate non solo sul cornicione, ma anche in superficie. E pure quelle che arrivano a noi non fanno eccezione. La pasta è sottile, sottilissima anche se ben lievitata. La margherita è discreta, così come la ‘parmigiana’, con fiordilatte e melanzane. In entrambi i casi il pomodoro unito al fiordilatte riesce a restituire una piacevole sensazione di morbidezza che manca completamente nelle altre pizze assaggiate.
Una delle due speciali provate è l’Iblea, con pomodorini, peperoni e formaggio ragusano. Ingredienti molto buoni ma non amalgamati tra loro e, soprattutto, solo appoggiati su una base praticamente biscottata.
Ma la pizza peggiore della serata è stata senza dubbio la carbonara: eccessivamente sapida e carica, con la crema d’uovo distribuita su tutta la superficie e, soprattutto, troppe bruciacchiature e una base dura (non scrocchiarella, dura) impossibile da tagliare.
Alla pizzeria Sbanco, insomma, nell’insieme, in queste pizze è sembrato mancare proprio quell’equilibrio speciale e indovinato tra la morbidezza ed elasticità della pizza napoletana e la croccantezza della romana che è il tratto distintivo di Sforno e Tonda. Oltre al fatto che probabilmente il forno (o proprio i due pizzaioli? questo il dilemma) necessita sicuramente di una messa a punto: una media di sei-sette bolle bruciate per pizza sono decisamente troppe.
Ovviamente chiudiamo con la speranza – la certezza, su – che Stefano Callegari abbia tempo e modo per tenere meglio sotto controllo la situazione, prendere direttamente in mano le redini del forno di Sbanco e far servire presto anche qui le pizze alle quali ci ha abituati in tutti questi anni. E magari riesce a farlo prima che qualche espertone di opening party decida di prenotare, pagare e condividere informazioni con tutti noi.
Alla prossima, dunque!
Pizzeria Sbanco
Via Siria, 1 (Piazza Zama, San Giovanni)
Tel. 06 789318 (prenotare dalle 17.00 alle 20.00)
Aperto solo la sera, dalle 20.00 alle 00.00
Chiuso lunedi
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