LA PIZZERIA RADICI HA CHIUSO, LASCIAMO LA SCHEDA PER ARCHIVIO
Radici
Via G. B. Amendola, 93
Tel. 089 285 7840
Aperto solo la sera
Chiuso Lunedì
Raffaele De Santis ha solo 24 anni. Ma come molti pizzaioli suoi coetanei ha già percorso un bel po’ di strada. Viene da Agnone, piccolo paesino della costa cilentana, che a 18 anni ha lasciato per trasferirsi a Londra, dove per tre anni ha lavorato da RossoPomodoro e in altre catene di pizzerie italiane. Poi, complice l’attesa di un bimbo, con la sua compagna ha deciso di tornare nella sua regione e mettere radici.
Radici è anche il nome della pizzeria che ha aperto tre mesi fa a Salerno, nella zona orientale della città e che – ci racconta – sta già andando molto bene.
Un ampio locale in un quartiere popoloso e popolare, arredato in maniera molto moderna, metropolitana, con colori molto scuri e illuminazione minimale, quasi a ricordare un tipico pub inglese.
Il forno a legna e il banco per la lavorazione delle pizze sono a vista, i tavoli ben distanziati, il servizio giovane ma preparato e molto accorto.
Tempi di attesa e coordinamento tra sala e forno raccontano di una fase di rodaggio ormai superata: qui si lavora bene e in armonia, l’atmosfera è rilassata, il sottofondo musicale non disturba le chiacchiere ai tavoli. La birra, sia alla spina che in bottiglia viene da una piccola azienda del Cilento, Fiej, che lavora con metodo artigianale e che, quando ha aperto, vi abbiamo raccontato qui.
I fritti sono quelli classici: montanare, crocchè, frittatine di pasta. Molto sfiziose le chips con pepe nero e limone, croccanti, sottili, leggere e non unte.
La pizza è lievitata a lungo, con disco sottilissimo e cornicione importante ma non eccessivo, di buona masticabilità. Leggera, gustosa, non salata e cotta molto bene, senza bruciacchiature esagerate. Alla carta si trovano le classiche e quelle arricchite da ingredienti speciali, la gran parte dei quali regionali che è anche possibile chiedere ‘in aggiunta’ sulla propria pizza base, al costo di 2 euro e 50. Tutte le pizze sono preparate con olio extravergine del Cilento.
Alici di menaica (presidio Slow Food cilentano), pomodorini essiccati al sole, mozzarella e stracciatella di bufala di Paestum, origano selvatico di montagna, mortadella Bologna IGP, pomodoro giallo di Capaccio, sono alcune delle specialità utilizzate.
Buona la margherita (5 euro), sia nella versione classica che con mozzarella di bufala (7 euro), condite con ottimo pomodoro e profumate di basilico. Ricca di sapore quella con la patata ‘conzata’, con fior di latte, patate al forno e una salsiccia al finocchietto ben rosolata.
Un menu nel complesso semplice ed immediato, con qualche abbinamento più originale ma senza inutili virtuosismi. Anche con la pizza ‘special’ del giorno, consigliata sulla lavagna a seconda di quello che offrono stagionalità e mercato, l‘intento è quello di mettere insieme con gusto e garbo i mille prodotti di una terra che, per fortuna, offre ancora tanto.
Come sembra offrire tanto, dopo anni di torpore (tranne qualche eccezione) la città di Salerno. E, ancora una volta, fa piacere raccontare storie di ragazzi sotto i 30 anni, propositivi e volenterosi, che mettono su, al contempo, famiglia e attività imprenditoriale con il medesimo sguardo coraggioso verso il futuro.
Si chiude, in dolcezza, con i dessert del pasticciere Marigliano, come ad esempio il notevole babà.
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