Pizzeria PAPANOSTRO
Viale delle Orchidee, 2 (Centocelle)
Aperto: tutte le sere
Tel. 324 820 3020
di Virginia Di Falco
Non vi è dubbio alcuno che la strada della ‘nuova’ pizza romana è ormai segnata. Così come è una certezza il fatto che a inaugurare la new wave della scrocchiarella sono stati, ormai 6 anni fa, Jacopo Mercuro e Mirko Rizzo con la pizzeria 180 grammi nel quartiere Centocelle.
Jacopo e Mirko venivano entrambi da esperienze di successo, seguaci della rivoluzione della pizza in teglia di qualità del mai troppo celebrato Gabriele Bonci. Entrambi imbarcarono studio e passione nella loro nuova impresa, migliorando notevolmente tempi e modalità di lievitazione oltre che gli ingredienti utilizzati per la farcia. In seguito separatisi in due diverse attività ma sempre in prima fila nella Capitale sulla scrocchiarella romana, hanno di fatto inaugurato una stagione felice per questa tipologia di pizza sottile, molto croccante, che da sempre è ‘la tonda romana’. Oggi, per fortuna, i posti dove trovare un’ottima pizza romana si sono moltiplicati –vedi Emma, A Rota o la ‘sorella’ di Sant’Isidoro Pizza e Bolle, San Martino Pizza e Bolle, solo per fare qualche nome validissimo -. E più di qualche storica pizzeria ha cercato di parametrarsi su livelli qualitativi più adeguati, staccando di molto il circuito solo turistico che continua a propinare pallide ostie giganti senz’anima e senza sapore.
E’ in questa nuova scia (e nello stesso quartiere, Centocelle) che da circa un anno si è inserita la pizzeria Papanostro.
Un bel locale luminoso, con molti coperti anche all’esterno, arredamento minimal ma allegro e colorato. Ad aprirlo la famiglia Leodori, da anni nel settore della ristorazione, completamente impegnata oggi in questa nuova impresa.
Ben eseguiti i fritti, come i divertenti stick di formaggio, un gustoso crocchè e un ottimo filetto di baccalà.
Ma andiamo alla nostra scrocchiarella. Il forno è un Valeriani a legna; la pizza è molto ben lievitata e ben cotta, leggera, ovviamente sottile ma non eccessivamente friabile: il disco di pasta regge bene la farcia.
Non delude la margherita (8 euro), con un ottimo pomodoro non invasivo e fiordilatte di Agerola. Molto buone anche la ‘fiori di zucca e alici’ (11 euro), con acciughe polpose e saporite e la “Cotto, come un crostino”, che ricorda alla vista e al palato uno dei must della rosticceria romana.
Supera molto bene la prova anche la ricca ‘Papanostro’ (14 euro), pizza speciale con patate di Avezzano, salsiccia e steccata di Morolo. Accompagnano il menu una piccola lista di birra (alla spina e Del Borgo in bottiglia) e qualche etichetta di vino.
Nel complesso una pizza da provare senza dubbio, l’atmosfera è piacevolmente caciarona, non caotica (c’è una bella differenza), il servizio da migliorare ma – come si dice – so’ ragazzi, e hanno tutta l’aria di chi si mette presto al passo.
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