Pizzeria La Famiglia di Rebellato
37 rue Berger
www.rebellato.fr
Era dicembre 1981 quando capitai per la prima volta nei luoghi frequentati da Marcel Proust sugli Champs-Élysées, in tempo per vedere la partenza della prima Parigi Dakar e la pizzeria Vesuvio a ridosso dell’Arco di Trionfo. Da allora sono stati necessari 33 anni esatti prima di entrare in una pizzeria napoletana a Parigi, consapevole che l’Italian Sounding ha di gran lunga preceduto la vera cucina italiana, figuriamoci la pizza che, pur richiamandosi sempre a Napoli in locali fuori Napoli, è quasi sempre una risibile focaccia.
Le cose stanno cambiando negli ultimi dieci anni, con veri maestri pizzaioli che fondano pizzerie napoletane, usano prodotti vesuviani, fanno formazione. L’occasione dunque è stata data dallo sbarco a Parigi delle Strade della Mozzarella e dalla decisione di Olivier Rebellato, figlio di Giulio che nel 1985 fondò il suo primo ristorante italiano nella capitale francese puntando sulla qualità, di chiudere al pubblico il sabato sera per dar modo a giornalisti e invitati di provare le pizze di Salvatore Salvo, Enzo Coccia e Franco Pepe oltre che quelle di Gennaro Nasti. Oltre che i due spaghetti (alla Nerano e al Pomodoro) di Alfonso Caputo.
Gennaro Nasti è l’esempio di cosa sta succedendo nel mondo della pizza: nato a Secondigliano, ha alle sue spalle lunghissimi soggiorni in Usa e in altri paesi dove ha fatto formazione e gestito forni. Da questa estate ha accettato di trasferirsi in questa pizzeria a due passi dal Louvre in un locale ampliato e dotato di un forno a gas.
Proprio la serata in cui a questo forno è stato affiancato uno elettrico ha confermato che il vero tema della pizza napoletana, più che l’impasto integrale, è la nuova tecnologia a gas ed elettrica che regala la possibilità di risultati straordinari anche per me che sono vissuto sempre nel pregiudizio del forno a legna sempre e comunque.
Le pizze di Gennaro Nasti sono autentiche napoletane, con una pasta leggera e morbida, buone materie prime, grande capacità di presentare un risultato equilibrato.
Ora, benché sia fortemente contrario a frequentare posti italiani all’estero, posso consigliare questo locale quando state a rota del nostro sole e dei nostri sapori, oppure quando l’eccesso di grassi, di carne e di burro iniziano a mettere a dura prova la vostra tenuta psicologica oltre che il fegato.
E’ questo il momento allora di prendere una boccata di ossigeno e venire qui per mangiare una pizza napoletana.
Gennaro Nasti è un giovane appassionato oltre che tatuato e Olivier è un giovane imprenditore dotato di sguardo lungo, che gestisce oltre che la pizzeria due ristoranti a Parigi.
La pizza, si sa, è una signora di facili costumi. Oppure uno Zelig gastronomico se preferite, capace di imbarcare qualsiasi cosa. Per esempio anche il foie gras che Gennaro ben dosa in questa esecuzione dove usa pomodori dal sapore concentrato perché arrostiti al forno.
Insomma, l’avete capito, quando state a rota di pizza, avete qui la possibilità di un Tso immediato, a buon prezzo e di grandissimo sapore. Un soffio della manualità napoletana maturata nel corso degli ultimi due secoli che in una città bella e sapiente come Parigi trova il massimo della sua esaltazione possibile.
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