I Masanielli a Caserta
Via Lincoln 27
Tel. 0823.1540786
Aperto sempre
Chiuso lunedì
Tommaso Esposito aveva parlato dei Masanielli di Francesco Martucci già alla fine del 2014. Ma è stato l’invito di Teresa Mincione a trascorrere una spensierata serata di gruppo l’occasione per visitarla come un qualsiasi cliente e devo dire che qui non ho trovato le pizze che mi piacciono di più, ma certamente la pizzeria perfetta.
Senza nulla togliere a chi migliora il servizio e cura l’immagine che va sostenuto e incoraggiato, devo dire che a quelli della mia generazione passare una serata in pizzeria significa stare miezzo… ‘0 burdello. Fila famiglie con bimbi che mangiano le pizze con le patatine fritte e chiedono la Coca Cola, servizio rapido. I Masanielli di Francesco Martucci (da non confondere con quello in via Acquaviva gestita dal fratello che solo da asporto) corrispondono a questo stereotipo, non c’è neanche una insegna all’ingresso.
Ma il mio non è l’elogio dell’immobilismo. Perché la pizzeria perfetta oggi deve avere ingredienti di prima qualità e fare anche un po’ di ricerca. E meno male che questo sta succedendo perché tutte le produzioni dei piccoli artigiani contadini campani, ma anche birrifici, casari, salumifici, stanno avendo in questi locali uno sbocco insperato e soddisfacente. Ed è tutto un sistema che sta girando.
Ma veniamo alla pizza: soffice e scioglievole con una componente panosa più pronunciata rispetto a quella tradizionale di città e lo si avverte soprattutto con la margherita. Ma, questo è il miracolo, lo si percepisce al gusto e non nella consistenza. Francesco Martucci riesce ad ideare combinazioni centrate (anche se ogni tanto inguacchia con qualche cremina) ed esaltanti.
Come ha detto Nino di Costanzo nella recente intervista che gli ho fatto sul Mattino, il pizzaiolo vero non assemblea ma deve conoscere come trattare i prodotti che finiscono sul disco magico di pasta. Ecco, la differenza è tutta qui: non solo comprare materia prima di qualità (che incide al massimo per meno di un euro su ogni pizza a meno che non sia caviale e altra amenità) ma anche saperla usare e abbinare.
E devo dire che proprio in questo lavoro l’impasto napoletano, idratato ed elastico, riafferma la sua assoluta superiorità su ogni altra impostazione, alias focaccia. Perché la morbidezza e la scioglievolezza sono una componente essenziale per il giusto abbinamento con gli altri ingredienti e non solo con la mozzarella e il pomodoro.
LE NUOVE PIZZE
CONCLUSIONI
Sappiamo che il progetto dei due fratelli Martucci è unificare le due attività, ma noi speriamo che l’anima di questa pizzeria resti autenticamente popolare. Il popolare colto, però, non quello attestato al passato in cui la pizza doveva soprattutto sfamare. Ora non dico che serve per fare una esperienza perché sarebbe esagerato, ma provare nuovi sapori e giuste combinazioni sì.
Gli impasti, con farina 00 e 01, sono assolutamente centrati e conferiscono al disco un tono ruspante, gli ingredienti sono ben abbinati. Buoni vini e birre artigianali oltre che quella industriale completano il quadro insieme ai dolci di Scaramuré della vicina Nola.
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