Pizzeria I Belcastro a Roma (ex El Munta): il canotto nel quartiere Trieste

Pubblicato in: Le pizzerie
Pizzeria El Munta, Mario Delcastro

PIZZERIA I BELCASTRO A ROMA
Via Ajaccio, 47-51 (su Corso Trieste)
Tel. 06 6400 7388.
Chiuso il lunedì

Pizzeria I Belcastro nel quartiere Trieste: nei nuovi ambienti, luminosi, arredati con gusto e con i tavoli a giusta distanza, regna il canotto di Mario Belcastro, 35 anni, calabrese di nascita e napoletano di professione. La sua è una pizza di grande qualità, a impasto diretto, lievitata 24 ore e, segno distintivo di una generazione, a canotto, ossia con il cornicione pronunciato perché molto ben alveolato.
Abbiamo trovato l’impasto scioglievole ed efficace, tipicamente napoletano. Del resto il forno a bocca di luna all’ingresso non lascia dubbi in quale parte del mondo pizza state. Margherita con meno pomodoro e un po’ troppo carica di latticini anche se ci rendiamo conto che incontra di più il gusto degli ultimi anni. Bisogna però stare attenti al bilanciamento con la pasta altrimenti prevale troppo il sentore di latte.
In ogni caso il risultato finale è molto gradevole, come pure la classica con salsiccia e friarielli. Buone le fritture di ingresso e i crostini con caciocavallo silano e pomodori secchi.
A pranzo ci sono anche dei primi con la pasta fatta in proprio. Il servizio gradevole e garbato.
Il bicchiere andrebbe rinforzato con una scelta un po’ più ampia di birre e qualche vino.
In finale, la pizzeria è sicuramente un punto di qualità, elegante e accogliente, che il quartiere ha già adottato. Quando volete uscire dai soliti giri, questo è il posto giusto.
Grande rapporto tra qualità e prezzo.
Pizzeria I Belcastro Roma

 

Qui di seguito la nostra prima scheda, di novembre 2017:

di Virginia Di Falco

La pizzeria El-Munta è l’avamposto romano di Mario Belcastro, 33enne calabrese che circa un anno fa ha trasferito qui il suo sogno dalla provincia di Cosenza, realizzandolo in un piccolo locale dove i tavoli quasi si toccano, in abiti spartani, mentre il focus è tutto sul bancone (in tutti sensi: è illuminato ed è ripreso da una telecamera live).

L’attenzione di Mario è tutta concentrata sulla pizza, sulla manualità, sul processo di lavorazione. Poco conta tutto il resto, dunque: il servizio è essenziale, anche se pronto e garbato; da bere quasi meno dell’essenziale.
Ha cominciato a fare pizze a 15 anni, attratto più dal bancone del villaggio turistico di suo padre che dai banchi di scuola. Da lì diverse esperienze sia formative che lavorative in Calabria, a Napoli, città che ama molto dove torna ogni volta che può e poi all’estero, in Spagna.
Caparbietà, sacrifici, ostinazione ma anche molta umiltà. Questo si legge negli occhi e nei racconti della sua adolescenza.

E non a caso ha dato alla pizzeria il nome del villaggio turistico dove lavorava quando era ragazzino, in quella terra di Calabria dove ritorna – sempre a fare pizze – nel mese di agosto quando chiude il suo locale di Trastevere.
Ci mette dunque tanta passione in questa pizza molto ben riuscita, dal cornicione gonfio e ben lievitato. E guai a chi gli chiede di fare la pizza col cornicione basso: «è una cosa che mi fa arrabbiare» racconta «questa è la mia pizza, non potete chiedermi di farla diversa, è come fare l’amore, ognuno a casa propria lo fa a modo suo, non esistono per me richieste del genere».

La margherita, come le altre provate, ha una base sottile, piuttosto asciutta ma non secca, la cottura è uniforme (il forno è un ibrido legna/gas, ma usato soprattutto a gas), pomodoro e mozzarella ben distribuiti ed amalgamati, e, soprattutto, l’impegnativo cornicione si lascia mangiare perché davvero di grande leggerezza.

Più delicata, ma non meno incisiva, la margherita “El-Munta”, sulla lavagna del giorno fuori menu, con i pomodorini gialli e rossi al posto della salsa di pomodoro. Soddisfacente anche la Napoli, con acciughe (un po’ troppo asciutte in verità), olive, capperi e mozzarella.

Un menu’ con una dozzina di pizze, più 3 o 4 fuori sacco, scritte alla lavagna; si va dalle classiche alle più originali, come quella con ricotta, friarielli, nocciola e cigoli di maiale che Mario ha dedicato suo amico Angelo Pezzella di That’s Amore, la pizzeria dove gli piace trascorrere il suo giorno libero, per non smentirsi mai su quella che è la vera passione della sua vita.
I prezzi vanno dai 5 euro della marinara ai 6 euro per la margherita fino a 8/9 euro per le più elaborate e ai 13 per la “Vesuvio” una pizza doppia a forma di vulcano, con mozzarella, funghi, cotto e parmigiano, il tutto aromatizzato alla grappa.
Insomma, una buona pizza, con un rapporto qualità prezzo degno di nota, tanto più che siamo in una zona presa d’assalto dai turisti ‘mordi e fuggi’, categoria questa che Mario cerca di tenere alla larga, come ci dice la lavagna all’ingresso.

Pizzeria I Belcastro Roma

 


Dai un'occhiata anche a:

Exit mobile version