Pizzeria Granammare a Salerno
Via, Lungomare Clemente Tafuri, 11, 84127 Salerno
tel. 089 209 9317
Aperto la sera
Eravamo stato in questa bellissima pizzeria nell’ormai lontano 2019, prima che iniziassero tutti iccasini in cui siamo pericolosamente immersi. L’occasione è stata la presentazione del libro Il Metodo Cilento abbinata alle pizze del nuovo menu.
Abbiamo trovato la pizzeria in perfetta forma, tonica, comunque subito piena appena la presentazione si è conclusa, con le stesse caratterisatiche di partenza. Anche le pizze mantengono la forma della napoletana contemporanea con il cornicione pronunciato e alveolato. Ma c’è stato un salto in più che a noi è piaciuto molto: la capacità di raggiungere un buon equilibrio nei condimenti senza eccedere con i latticini e le salse e le salsette che adesso vanno tanto di moda.
La nuova batteria di pizzaiolo è sicuramente più austera e centrata sulla estrazione del sapore della materia prima senza lasciarsi andare nell’abbondanza di condimenti. Risultato: pizze più leggere e più digeribili ma soprattutto mokto buone: il boccomne prosciutto e fichi, la scarola a crudo con l’alice, la stessa Granammare con il pomodorino giallo sono davvero bonissime: bocconi veri e freschi, moderni, esemplari al palato per pulizia, equilibrio e persistenza.
Insomma, Granammare sembra aver superato il momento difficile e si conferma una delle migliori pizzerie della Campania con un bonus: la vista mare del meraviglioso Golfo di Salerno.
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REPORT 4 settemebre 2019
Pizzeria Granammare a Salerno
Via, Lungomare Clemente Tafuri, 11, 84127 Salerno
tel. 089 209 9317
Aperto la sera
Dove sta Granammare? I salernitani hanno una sola risposta: al posto di Mainardi, storico negozio di mobili. A chi viene da fuori diciamo che sta esattamente di fronte ai campi da tennis e alla piscina comunale di fronte al mare, al palazzo affianco alla Carnale e che parcheggiare non è un problema, anzi, al momento, è anche gratuito perché ancora non sono arrivati i gabellieri del Comune con le loro strisce blu che stanno uccidendo il commercio con tariffe che manco a Piazza di Spagna.
Diciamo subito che la pizzeria è bellissima, l’architetto è Michele Citro fa parte della nuova ondata di nuovi locali disegnati da architetti ben lontani dalle antiche pizzerie di un tempo. Da Fresco Caracciolo in poi è stato un crescendo: Vitagliano a Bagnoli e Pozzuoli, i Salvo a Chiaia, Sammarco a Aversa e Frattamaggiore, Cocciuto a Milano, Martucci a Caserta e, a proprio Salerno, Re Denari e Pignalosa hanno aperto una nuova era geologica in cui il buono coincide con il bello, anzi, con il bellissimo.
Bella hotellerie, carta dei vini da rafforzare con più etichette del territorio e campane, ottime birre artigianali, un bar per i cocktail di cui non si può fare a meno dopo i telefonini.
La proprietà? Una solida società di servizio di consegne per Amazon e altri giganti che opera al Nord ma che è composta da due salernitani Paolo Nobile e Nicola Cardillo. Una diversificazione degli investimenti che dovrà essere affrontata con molta pazienza.
Sulla tolda di comando Alfonso Saviello, pizzaiolo (per ora) umile e attento, decisamente più sicuro di se rispetto a quando lo provammo alla pizzeria Capri. Ai due forni lavora con Tommaso Lastra e Pietro Dello Russo. La pizza è quella a canotto, con effetto crunch sul cornicione, ottime le materie prime usate mentre i fritti sono, asciutti e puliti, molto buoni, sono fatti dal cognato di Alfonso, Antonio Cibelli. I due forni sono a gas e funzionano perfettamente, impercettibile la differenza con quelli a legni a dimostrazione che la tecnologia ormai ha fatto davvero passi da gigante.
Le pizze sono molto ben lievitate e ben cotte, unico difetto, comune però a tutta questa generazione di pizzaioli, è l’eccesso di latticini che dilaga ovunque e di fronte al quale ci arrendiamo. Nella pizza con le scarole abbiamo chiesto di usarli con parsimonia ed il risultato è stato infatti sorprendente.
Contrariamente a quanto si possa pensare fuori dalla Campania, la pizza napoletana, e dunque anche la napoletana contemporanea, è una novità per salerno. Basti pensare che la prima pizzeria aperta a pranzo è stato il Trianon, appena 30 anni fa. I salernitani, come, quasi tutta le province campane e del Sud (a parte Caserta), hanno un palato tarato sulla componente panosa in genere evidenziata da una cottura più lunga e a temperatura del forno più bassa, spesso nei forni a bocca larga da panettieri. Ma chi ama lo stile napoletano contemporaneo si innamorerà subito di questa pizza messa a punto dal magico trio perché è assolutamente perfetta.
Possiamo anche dire che nonostante le fritture, abbiamo dormito perfettamente.
Dicevamo della bellezza della pizzeria: presto ci saranno anche tavolini fuori. Il servizio è cordiale, allegro, molto motivato. La fila, che ben presto si è formata tra le 20,30 e le 21 (noi siamo arrivati di sorpresa alle 19,30) è gestita con il sorriso all’ingresso.
Che dire allora: una pizzeria da provare assolutamente.
Bravi, bravi, bravi: gli imprenditori, i pizzaioli e il servizio di sala. Speriamo che questa armonia duri all’infinito.
Pizzeria Granammare a Salerno
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