di Rocco Andrisani
Quello che si è tenuto alla Pizzeria Gorizia 1916 ha il sapore dell’evento imperdibile. La storia della pizza, è il caso di dirlo, si è riunito alla corte del padrone di casa Salvatore Antonio Grasso, patron della Pizzeria Gorizia, per festeggiare i 100 anni della pizzeria. Tanti i volti storici, l’obiettivo? Proporre in una singola serata le proprie pizze di famiglia! E quando ricapita più di poter assaggiare 1278 anni di pizza?
Sì, perché se contiamo gli anni delle singole aziende partecipanti si arriva al Medioevo dell’arte bianca partenopea, pazzesco!
A moderare la serata Tommaso Esposito, con la collaborazione di Salvatore Grasso.
Il primo a salire sul banco è stato Don Antonio Starita (Starita 1901). Ad introdurre il Maestro è stato proprio Salvatore Grasso, che ha ricordato come durante il Centenario di Starita, Don Antonio chiese l’onore al padre di Salvatore di salire sul banco ed ammaccare per lui. Un gesto che ancora commuove Salvatore Grasso e che ha voluto così ringraziare il suo storico collega ed amico. Non poteva mancare come pizza di famiglia la “Montanara fritta e al forno”, una delle pizze più imitate ma che è stata tramandata a Don Antonio da suo padre.
Ecco quindi Giorgio Moffa, unico erede maschio del fondatore del Trianon, Ciro Leone. La sua proposta è stata la “Merenna d’o pizzaiuol” ovvero una margherita con carne macinata che in forno rilasciava tutti i suoi umori sulla pizza, insaporendola.
La pizzeria Da Michele non poteva che proporci un loro Must: la Marinara a rot’ ‘e carrett’!
È stato quindi il turno di Lello Surace, della pizzeria Mattozzi 1833 a Piazza Carità: un momento davvero emozionante, con il Maestro che si è addirittura commosso per le tante fotografie e l’applauso finale dopo l’ammaccata.
Gennaro Luciano della Pizzeria Port’Alba 1738 ha proposto una pizza tanto interessante quanto gustosa: la Don Vincenzo, nel ricordo di suo padre. Una pizza bianca, con bufala, alici, olive nere, pepe, pecorino e…Burro! Per quanto l’abbinamento possa sembrare estremo o pesante, la pizza è risultate invece molto delicata, con il burro che creava una perfetta amalgama.
Enrico Lombardi della Pizzeria Lombardi 1892 ci ha proposto il suo Ripieno 900: un calzone con all’interno una crema di ricotta e uovo, quindi salame e pepe. Un velo di Sugna (o strutto che dir si voglia) all’esterno, quindi il forno. Eccezionale!
Salvatore Grasso ha invece proposto la “Gorizia”, una pizza che sarà inserita anche nel loro nuovo menù prossimamente e che prende spunto da una pizza che suo padre era solito preparare durante il servizio: filetto di pomodoro del Piennolo DOP, carciofi e origano. Semplice ma impeccabile!
Vincenzo Paolo Capasso della Pizzeria Capasso a Porta San Gennaro ci ha proposto un ripieno particolare, ovvero non nella forma classica a mezza luna, quanto circolare. All’interno? Provola, scarola e olive nere. All’estero un velo d’olio EVO, un pizzico di formaggio quindi scarole e qualche oliva nera.
Chiude la serata la seconda pizzeria che festeggia il centenario quest’anno: Umberto 1916 della famiglia Di Porzio. Gustosa la loro proposta, ovvero la pizza “Scarpariello”, una marinara con pecorino e parmigiano, pepe ed aglio!
Insomma, quella alla quale abbiamo partecipato dovrebbe essere la normalità, pizzerie storiche che non si vedono più come avversarie, ma che nel segno dell’amicizia e della storicità si riunisco per salvaguardare un patrimonio che da qualche giorno ha avuto anche la candidatura come patrimonio UNESCO: la pizza!
Video di Tommaso Esposito
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