di Andrea Docimo
Quando Luciano Pignataro mi ha telefonato per invitarmi in pizzeria non avrei mai immaginato di trovarmi a vivere una delle serate più incredibili e ricche di emozioni. Solo in auto infatti, ho saputo che andavamo da Enzo Coccia, finito nella bufera delle polemiche per colpa di una frase riportata da un post di Daniel Young, l’uomo che ha diviso arbitrariamente il mondo della pizza in buoni e cattivi cambiando le regole di ingaggio in corsa. “Stasera ti faccio fare uno stage irripetibile” mi dice Pignataro sorridendo.
Confesso che ero un po’ teso, ma mi sono subito reso conto che non ne avevo motivo. In auto Pignataro mi ha raccontato della profonda stima verso Coccia, del loro rapporto antichissimo, delle innumerevoli volte in cui si erano ritrovati in occasioni importanti. “Enzo è stato solo un ingenuo con Young, alcuni hanno voluto far credere che noi ce l’avevamo con lui ed è per questo che stasera andiamo lì. Comunicatori di basso rango, personaggi importanti un tempo che adesso si stanno facendo una brutta vecchiaia per le loro scelte fallimentari, fake di persone invidiose hanno pescato nel torbido non possono mettere neanche in dubbio vent’anni di amicizia e di stima. Enzo è stato un grande e ha ancora tanto da dire”.
Così ad un tavolo di cinque persone, Enzo Coccia ha ribadito di aver fatto le affermazioni “incriminate” con tono ilare e che, anzi, da parte sua vi è grande rispetto per la “new age” pizzaiuola.
D’altronde, Coccia mi è sempre sembrato una persona equilibrata e “de core”; ricordo ancora che, quando lo conobbi un annetto fa circa, una delle prime cose che mi disse fu: “Noi pizzaioli siamo artigiani; l’arte la lasciamo ai pittori, agli scultori, ai musicisti…”.
Forse le sue parole state strumentalizzate per far notizia e, questo, diciamocelo, tanto “’na strunzata” non è.
Sta di fatto che, secondo il mio punto di vista, la vera “strunzata” è questa guerra scatenata contro il mondo della pizza da chi ha altri interessi.
Al tavolo hanno parlato di tante cose che non conoscevo, ho scoperto i sacrifici che Enzo, a tratti molto emozionato, ci ha raccontato. Momenti di sentimento vero, rapporti veri. Non un brindisi per Facebook, ma un abbraccio di persone che stanno dalla parte della qualità, che lavorano tutto il giorno e tutti i giorni, che ci mettono la faccia e non si nascondono e che hanno amore per quello che fanno.
Le pizze di Coccia, beh, quelle rimangono sempre buone.
Prima le ‘mpustarelle con lardo e pomodorini semidry, poi le pizze che potrete gustare con gli occhi in queste foto.
Di grande sostanza la Marinara Dop: ottimo pomodoro e buona cottura. L’equilibrio dei sapori, poi, semplicemente ineccepibile.
Procidana: scamorzetta, pomodorini arrostiti, aglio, prezzemolo e basilico, origano. Un capolavoro: intensa ma fresca, mangiarla quasi rilassava.
Passiamo dunque alla pizza con mozzarella affumicata, baccalà, scarola riccia cruda, pomodorini del Piennolo gialli: gradevolissimo il tiro alla fune tra la sapidità del baccalà e la dolcezza mista ad una non elevata acidità dei pomodorini.
Immancabile, poi, la Margherita Dop con San Marzano, pomodorini del Piennolo e Provolone del Monaco grattugiato.
Infine, dedico qualche riga al calzone con il soffritto di Coccia: qualche mese fa avevo scritto di quelle che per me erano le migliori pizze col soffritto che Pignataro ha chiesto senza ricotta. Ebbene, quella di Coccia va aggiunta senza ombra di dubbio a tale lista: nella versione senza ricotta (diluirebbe troppo l’intensità del soffritto che deve invece “esplodere” nel cavo orale), è golosità allo stato puro e senza fine. Si è chiesto il bis. Impossibile resisterle.
Abbiamo terminato con la ‘mpustarella al cioccolato fondente artigianale (anche questa portata è stata bissata) ed il nocillo di ‘E Curti.
“Enzo con l’età ho capito una cosa – dice Pignataro – ogni generazione ha il suo linguaggio. Noi dobbiamo cercare di capirlo come hanno fatto i nostri genitori con noi. Tu sei il primo ad aver fatto un discorso nuovo sulla pizza napoletana, nessuno lo potrà mai mettere in dubbio. Ma tu devi anche capire la voglia difare di chi è giovane”.
“Vero Luciano – risponde Enzo – ogni generazione ha il suo linguaggio, ed è bello così”.
Una cena in amicizia, con Gino Sorbillo che a fine serata si è messo ad ammaccare una pizza a metà tra zattera e canotto: lancia spezzata e va bene così.
La prossima tempesta quale sarà? Beh, da futuro ingegnere aerospaziale la butto lì: la pizza pluristadio!
Pizzaria La Notizia 94
Indirizzo: Via Michelangelo da Caravaggio, 94, 80126 Napoli
Tel: 081 1953 1937
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