Pizzeria Don Antonio Salerno Fabio Di Giovanni
Via Molo Manfredi, 6
Tel. 089 288 2727
Aperto la sera tutti i giorni
Fabio Di Giovanni è un pizzaiolo professionale, serio, pronto ad ascoltare, tanto forno e poco social. Torniamo dopo un po’ di tempo, fiduciosi grazie ai continui resoconti che riceviamo da amici e lettori e non rimaniamo delusi. Si viene accolti da una bibita con zenzero rinfrescante e analcolica sfiziosamente servita in provetta.
Ampia la proposta di pizze, fra cui una vera e propria carta delle margherite: noi proviamo la classica e ne rimaniamo sinceramente colpiti dalla assoluta fusione degli ingredienti favorita da una cottura semplicemente perfetta. Più da palato salernitano che napoletano la provola e pepe, quasi più delicata della margherita e spiazzante per chi è abituato alla versione dei Tribunali.
Le pizze sono di stile napoletano contemporaneo, ottima materia prima, due dehor esterni e un bello spazio interno.
Buona ma non entusiasmante la marinara in doppia cottura, favoloso invece il ripieno, di puro stile napoletano e con gli elementi ben bilanciati fra loro.
Commovente la Carminuccio, una pizze con pancetta, pomodoro e pecorino inventata da Carmine Donadio, di recente scomparso, nella sua storica pizzeria Carminuccio a Mariconda, replicata spesso in segno di omaggio e di rispetto dalle pizzerie del capoluogo.
Da rivedere in meglio le fritture, mi riferisco alla impanatura non alla pasta.
Il servizio è professionale, straordinariamente motivato in sala quanto la squadra impegnata al forno: tutto gira alla perfezione in una pizzeria che è sempre aperta, purtroppo solo la sera perchè non si riesce a trovare altro personale.
Sicuramente tra le migliori pizzerie della Campania, anche considerando i margini di miglioramento. Fabio Di Giovanni è concentrato sul lavoro e si sta preparando alla seconda apertura ad Avellino. Il nostro auspicio è che questa qualità venga mantenuta senza se e senza ma.
Le pizze di Fabio di Giovanni
23 settembre 2020
Report Settembre 2020
Vi confesso che mi ha fatto un certo effetto andare a mangiare la pizza in un locale nato dentro Palazzo Sorgenti costruito nel 1901, dove sono nato e cresciuto fino a 13 anni. La zona era per noi bambini un piccolo paradiso, la spiaggia dietro le Chiancarelle come erano chiamate, le spiagge dove ora c’è il porto, o i giardini pubblici, la scuola elementare Barra attaccata al palazzo. Davvero un piccolo mondo antico dove al posto di questa pizzeria c’era un bar che vendeva le ciambelle al forno a forma di ferro di cavallo. Il profumo del mare nel quale eravamo sempre immersi era poi stato fermato da un’orrida costruzione negli anni ’70 che cancellò il nostro campo di calcio nella caserma dei pompieri che ci accoglievano chiudendo un occhio. E fu la spinta per trasferirci.
Nostalgia a parte, arriviamo con alte aspettative alla pizzeria Don Antonio a Salerno dove lavora come socio proprietario Fabio Di Giovanni che avevamo conosciuto a Pontecagnano, dove lavorava in uno stabilimento, grazie a questo pezzo di Barbara Guerra tornata entusiasta.
Salernitano ma figlio e nipote di napoletani, il nonno si trasferì nel piccolo capoluogo per amore di una donna della Costiera Amalfitana e aprì il ristorante il Cigno nella zona orientale della città, un riferimento per intere generazioni dove si proponeva il cucinato e la pizza. Qui Fabio muove i suoi primi passi aiutando in sala, poi ai fornelli e al forno. E per quella strana legge che vuole i nipoti agganciarsi più facilmente ai nonni che ai genitori, è a lui, al nonno fondatore del Cigno nel 1970, che dedica questa pizzeria aperta negli ultimi giorni di luglio.
Lo spazio, come potete vedere dalle foto, è bellissimo, ha due dehor con vista sul mare in una piazzetta pedonale ed è, cosa fondamentale per questa città, in un’area dove è più facile, al momento, trovare parcheggio.
Arriviamo e dobbiamo dire che qui abbiamo trovato le misure di sicurezza anti Covid più stringenti di sempre. Un signore che voleva portare la torta è stato rimandato indietro con garbo, misurazione della temperatura, iscrizione in un registro con documento di identità. Misure che io condivido in pieno perché significa stare più in sicurezza e che tutelano chi lavora nei locali.
La pizza è di quelle tradizionali come piacciono a me: impasto diretto, lunga lievitazione di due giorni, farina 0. Stanotte è passata tranquilla e senza bere, prova del 9 più efficace.
La pizzeria Don Antonio a Salerno di Fabio di Giovanni presenta una proposta autenticamente napoletana sempre più apprezzata a Salerno che non aveva vera tradizione (la prima pizzeria aperta a pranzo è stata il Trianon appena 30 anni fa). L’impasto è scioglievole, ma quello che colpisce è la capacità di ragionare sul cucinato. La montanara fritta e poi passata al forno con pomodorini gialli è una delizia anche per me che non amo le montanare e detesto i pomodorini gialli.Un boccone che regala al palato soddisfazione e soprattutto freschezza.
La margherita è decisamente buona, anche se, come è moda, ha un eccesso di latticino, la marinara è buonissima (ma qui la chiamano napoletana perché con marinara intendono l’aggiunta di acciughe), commovente la Carminuccio, una pizza che ha fatto storia in città nella omonima pizzeria a Mariconda, quartiere popolare alla periferia orientale, che si mangiava nei fogli di carta usando le selle dei motorini come appoggio. Pomodoro, formaggio, pancetta e tanto pepe e basilico. Un sapore dell’infanzia valorizzato dal ragionamento dell’impasto. E’ in carta con dedica alla pizzeria Da Carminuccio, perchè Fabio ha lavorato molto lì dove ha appreso il mestiere.
La proposta è varia e stagionale, ottime le frittatine, anche di stagione non solo classiche, da migliorare le fritture di crocchè e arancini comunque di ottima qualità.
Insomma una pizzeria che, a poco più di un mese dall’apertura, si posiziona decisamente al top in città e tra le migliori in Campania.
Credo che ne sentiremo molto parlare se il tempo confermerà questo standard.
Carta dei vini e delle birre da ampliare.
Alè!
Pizzeria Don Antonio Salerno Fabio Di Giovanni
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