Pizzeria Da Gennaro a Secondigliano
Corso Secondigliano, 421
Tel. 081 754 0542
Chiuso domenica
Corso Secondigliano come via dei Tribunali? Beh in effetti poco ci manca se consideriamo la ricchezza della proposta e la presenza di pizzerie di antica e nuova tradizione. La pizzeria Da Gennaro si presenta con una grande novità: un piccolo trasferimento di sede in spazi più ampi e rinnovati, moderni e funzionali che vedono al lavoro l’ultima generazione. Una svolta importante che coincide con l’adesione all’Associazione delle Pizzerie Centenarie presieduta da Antonio Starita, da poco confermato nella carica con il vice Salvatore Grasso di Gorizia 1916 e il segretario Alessandro Condurro della pizzeria Da Michele.
La famiglia Del Buono è davvero una delle famiglie storiche di pizzaiuoli napoletani. E come tutte le famiglie storiche la loro storia si intreccia con quella di altre famiglie come i Mattozzi.
Nata Dello Buono, nome divenuto per un errore accidentale di trascrizione nei registri comunali napoletani “Del Buono” nel primo decennio del secolo ‘900, la famiglia Del Buono è stata ad oggi in condizione di risalire nel tempo a 6 generazioni indietro nel tempo quando Generoso Dello Buono, di professione rosticciere, nel 1884 dichiarò all’anagrafe del Comune di Napoli Dello Buono Umberto figlio di una Mattozzi figlia di Luigi pizzaiolo.
Di lì agli inizi del 1900 nacque Generoso figlio di Umberto – pizzaiolo, anch’egli dichiarato con la testimonianza di un Mattozzi pizzaiolo.
Seguirono poi Gennaro, figlio di Generoso, che diede il nome alla pizzeria e si distinse nella sua lunghissima carriera, esaltata anche da un articolo a firma di Sandro Compagnone sul Mattino, impegnato anche come costruttore di forni: «Costruisce forni da quarantaquattro anni, Gennaro Del Buono: pizzaiolo da sempre, dice vezzeggiandosi che quello dei forni è solo un hobby, ma subito dopo ci tiene a precisare che come lui, a Napoli, forse non ce ne sono più. Perché un forno ha regole matematiche di proporzioni, di grandezze e rapporti tra la cupola, la pavimentazione, la «bocca». Il locale di Gennaro Del Buono è al corso Secondigliano, numero 383 di un lungo rettilineo stretto tra la nuova povertà urbanizzata del rione «167», i paesi dell’entroterra, Far West camorristico, la lunga discesa che come calvario sottosopra porta giù fino a piazza Carlo III. Gli aerei vanno e vengono da Capodichino e le ragazze dai vestiti pretenziosi e gli occhi struggenti escono dai loro nascondigli nel primo giorno di sole dopo un fine settimana fitto di pioggia. L’insegna dice semplicemente “pizzeria”, all’interno pochi tavolini. Ci si starà si e no in venti».
Un patrimonio professionale trasferito al figlio Maurizio a cui è rimasta la conduzione della pizzeria e che adesso è impegnato con il figlio Claudio e il genero Lino Luchini. Alla storia della famiglia si deve anche una grande creatività estemporanea che dagli anni Settanta ad oggi è valsa grande fama alla famiglia. A Gennaro Del Buono sono da annoverare le pizze con la frutta e la pizza bruschetta che dagli anni ’90 è uno dei simboli della pizzeria.
La capacità creativa ha poi trovato pieno sfogo in Maurizio che spesso con i prodotti del giorno, anche ittici, crea proposte estemporanee. La carne macinata, o “allacciata”, come definita nel gergo dei pizzaioli di una volta, è ricorrente nelle proposte più popolari della pizzeria «La pizza da Gennaro». Buoni fritti, qualche primo della tradizione partenopeo, dalla pasta e patate alla genovese, ma sopratutto pizze di stile classico napoletano con una buona lievitazione e impasto diretto. Un presidio di gusto in un quartiere che ha vissuto momenti difficili ma che molto orgoglioso del proprio passato rurale e dove tutti si conoscono. Anche questo vuol dire studiare la storia della pizza napoletana.
Da Gennaro a Secondigliano
Pizzeria Da Gennaro a Secondigliano
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