di Andrea Docimo
Ciccio Vitiello ha perso il pelo, ma non il vizio di fare buone pizze, stavolta in una sede nuova e moderna, a pochi passi dalla prima.
Il grazioso “corridoio” d’ingresso all’aria aperta, con qualche “fronna” ad incorniciarlo che sicuramente lo rende molto suggestivo, prepara a godere di una delle più belle esperienze mai vissute in pizzeria. All’esterno una decina di tavoli, sempre all’aria aperta, che in inverno saranno coperti. Il locale vero e proprio è articolato su due piani: qualche tavolo al piano inferiore, una sala luminosa al superiore ed un terrazzino intimo e raccolto.
È stato proprio su quest’ultimo che ho avuto modo di consumare la mia cena, perso nella contemplazione del favoloso paesaggio da lì mirabile: Tuoro, le case in lontananza, i giochi di luci ed ombre a raccontare il lato oscuro della città… Insomma, bello.
Il servizio è molto composto: tracotanza inesistente a tutto favore di sorrisi e parole garbate.
Il vino, un Taurasi scelto per accompagnare tutta la cena, è stato ben descritto dal cameriere, che lo ha anche servito alla temperatura consona.
Sì, ma come si mangia?
Golosa la frittatina di pasta, patate e provola: appena croccante all’esterno, morbida e succosa all’interno. Pasta cotta bene: né scotta, né cruda.
Montanara fritta ed al forno con pomodoro San Marzano POMOPOP, prodotto da Dario Montoro e Mario Avallone e pecorino Gran Sardo. Ottimo equilibrio tra le componenti gustative (acidità, dolcezza, sapidità) ed untuosità ridotta ai minimi termini, con il tema “crunchy” che ritorna anche nella pizza ed avrà modo di palesarsi nuovamente. È, poi, una pizza evocativa per Ciccio, figlio di padre sarnese e madre mariglianese, dunque uso al rituale delle “butteglie ‘e pummarola”, che nei paesi diviene vero e proprio culto.
Pizza con impasto al finocchietto, crema di papaccella, salsiccia di maiale nero casertano, provola ed olio extravergine d’oliva. “Superbe!”, esclamerebbero i francesi. L’impasto è spettacolare e va a fondersi perfettamente con il topping. Ciccio racconta che questo è uno dei suoi cavalli di battaglia ed io, dopo averla assaggiata, non posso che dargli ragione.
Puntualizziamo, a questo punto, che a Casa Vitiello c’è anche una vera e propria carta degli impasti (tradizionale, canapa, grano arso, multicereali, finocchietto, curcuma, cacao) e che il pizzaiuolo “resident” dedica loro molta attenzione. Al piano superiore c’è una sala deputata alla loro elaborazione, dove la pasta (farina 0 con germe di grano per la tradizionale) ha modo di passare nell’arco di trenta ore tra temperatura ambiente e controllata, a fronte di una idratazione di circa il 70%.
Ciccio vuole che le sue pizze siano “croccanti all’esterno e burro all’interno”. Morso e scioglievolezza, dunque, e chissà quanto avrà influito nella sua forma mentis il periodo in cui ha lavorato a Miami.
Il giovane pizzaiuolo casertano peraltro sceglie consapevolmente di limitare al minimo il numero di materie prime per il topping, in quanto vuole che le proprie pizze vadano dritte al punto e non si perdano in barocchismi di sorta. Bene così.
Ha chiuso la serata la pizza “’O Ciurill”: fior di latte di Agerola, scarola riccia, fiori di zucca, alici di Sciacca, polvere di olive nere disidratate ed olio extravergine d’oliva. La scarola riccia viene prodotta presso l’orto della Fondazione Leo Amici, che si occupa del recupero di ex tossicodipendenti; i fiori di zucca, invece, provengono direttamente dai campi del suocero di Ciccio, la cui famiglia è da generazioni legata alla coltivazione. Si trova anche a circa 300 metri dal locale, dunque ha senso parlare di km 0. Giusto qualche bruciatura aumentava il grado di amarezza complessivo, adombrando una pizza davvero gradevole.
Tirando le somme: ambiente fresco e confortevole, pizze da urlo che a loro volta gridano giovinezza, buona carta dei vini e lo stesso dicasi anche per quella delle birre, che, oltre ad Agrado, a St. John’s e alla “beerfirm” Terra di Lavoro, contempla anche le ottime birre del birrificio StiMalti, di cui vi ho già parlato negli scorsi mesi.
E non vi ho ancora detto che ci troverete un forno rotante, che vi farà gridare alla diavoleria!
Casa Vitiello
Piazza Monsignor Nicola Suppa, 4, 81100 Tuoro, Caserta CE
Telefono: 392 472 3240
Orari e giorni di apertura: Aperto tutti i giorni (tranne la domenica) a cena, il sabato anche a pranzo
Sito web: www.casavitiello.it
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