La vittoria di Davide Civitiello è stata la chiusura del contest #pizzaunesco organizzato dal sito www.mysocialrecipe.com. Ci sono, in questa esperienza, alcuni elementi che ci invitano a riflettere e che possono segnare una piccola svolta migliorativa.
1-Coloro che si ritengono grandi hanno scelto da tempo di non misurarsi in queste competizioni, ma questo contest è stato forte perché pizzaioli di tradizione e già molto conosciuti come Maria Ciacialli, Teresa Iorio, Gianfranco Iervolino, Pasqualino Rossi, Giuseppe Pignalosa Vincenzo Esposito e lo stesso Davide Civitiello hanno avuto la forza e il coraggio di mettersi in gioco per sostenere la causa della candidatura dell’arte del Pizzaiolo all’Unesco. Onore a loro che certo non avevano bisogno di visibilità e che, come i veri grandi, sanno che non c’è mai un punto in cui si è arrivati.
2-Il format di questa prima edizione del contest ha previsto un salto dal virtuale a reale, come già in parte è avvenuto per il contest pomorosso d’autore organizzato in collaborazione con la Fiammante. E per questo motivo è stato qualcosa di unico: la sera di martedì quelle pizze scelte dalla giuria presieduta da Tommaso Esposito erano vere, ed erano anche buonissime.
3-Alla fine ha vinto la pizza della essenziale semplicità, già in carta dal 2015, studiata con lo chef Antonio Sorrentino. Questo vuol dire che la collaborazione tra forno e cucina ci può essere, ma è il cuoco che deve capire il forno, cosa succede in quel minuto e mezzo di cottura ad alta temperatura senza mettere prodotti a casaccio per fare scena. In questi ultimi due anni tutti strippano per l’impasto ma pochi stanno davvero pensando al topping.
La semplicità non è banalità, ma capacità di tradurre la complessità in qualcosa di leggibile per tutti.
4-La funzione degli sponsor Olitalia, Fiammante e Caputo è stata quella di sostenere una iniziativa con una visione moderna dela comunicazione pubblicitaria: non imponendo cioé i propri prodotti ai partecipanti che hanno potuto scegliere e lavorare quelli che usano abitualmente. Lo sponsor vince non se impone il proprio prodotto, ma se crea un evento che restituisce la giusta visibilità al proprio progetto.
5-L’evento è stato internazionale: dagli Usa al Giappone, dalla Cina all’Europa, ci sono stati pizzaioli di almeno 16 paesi che hanno partecipato, oltre che da tutta Italia. Il campo era ristretto alla pizza napoletana per il tema, ma nulla esclude che nella prossima edizione si possa inserire un’altra categoria.
6-Ha vinto un pizzaiolo già campione del mondo che ha avuto le palle di mettersi in gioco. Un pizzaiolo professionista, umile, attento, che ha fatto anche da backstage insieme a Francesco Miccu ai propri colleghi. Perché la pizza è disco che unisce, non può dividere.
7-Il contest è stata anche una occasione per farsi conoscere, mettersi alla prova, svelare i propri segreti. Molti non vogliono partecipare perché hanno semplicemente timore di scrivere quello che fanno. Ma oggi saper comunicare quello che si fa è indispensabile. Ci si può anche far aiutare da professionisti. Ma pesateli anziuttto dal fatto se hanno una partita Iva, così, giusto per gradire.
8-Si è confermata la validità della piattaforma di Msr ideata da Francesca Marino che forse a livello legale non dirime la paterità di una ricetta, ma che attesta comunque legalmente la temporalità di una registrazione. E questo sarà quel che conta tra cinque, dieci anni, in una fase storica nella quale si sta passando sempre di più dalla cucina di territorio a quella di autore.
9-Si vuole spesso presentare il mondo dei pizzaioli in preda a divisioni feroci e polemiche. E’ vero, come in tutti i campi, ci sono gelosie, invidie, divisioni. Ma quel che conta è che a Palazzo Caracciolo erano presente Avpn e Apn, le due associazioni più rappresentative del mondo della pizza. E’ bello misurarsi su quel che si fa, non fare gioco interdittivo. Ai pizzaioli manca la maturità comunicativa moderna, ma manifestazioni come questa aiutano a crescere.
10-La pizza non deve essere un lusso, ma il vero lusso deve essere mangiare una buona pizza.
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