Continua la via Crucis del made in Campania: dopo la mozzarella, il pomodoro, il caffé adesso tocca alla pizza. C’è poco da fare: da troppo fastidio alle grandi multinazionali questa enorme ampolla artigianale del cibo, l’unico luogo d’Italia dove chiudono i Mc Donald’s.
Il titolo del trailer che annuncia la trasmissione di domenica sera di Report è decisamente terroristico: “Pizza napoletana agli idrocarburi?”
Ovviamente il punto interrogativo è solo un ombrello contro le possibili cause, tanto l’effetto è assicurato.
Gli artigiani del gusto che fanno grande la gastronomia italiana non possono che aspettare che questo nuovo bombardamento mediatico passi come i precedenti.
Chi si ricorda di quel pirulicchio che sentenziava sul caffé poi smentito dalla sua stessa associazione?
Per la felicità dei burocrati europei che volevano abolirla, si attaccherà la cottura del forno a legna, per la gioia di chi vive con la fobia dei batteri si assesterà un nuovo colpo alla biodiversità culturale in nome della salute e soprattutto degli interessi delle multinazionali.
Napoli è sopravvissuta nel corso dei millenni alle invasioni, alle eruzioni vulcaniche, ai terremoti, alle guerre, alle pestilenze, al colera e perfino alla camorra.
Sopravviverà, molto bene come al solito, anche domenica sera.
Dai un'occhiata anche a:
- Vino sputtanato in Tv: il problema non è Report ma l’Italia del Mulino Bianco
- Tema: perchè Langosteria ha schiacciato la Michelin?
- Pizza e chef, piccolo catalogo sui rapporti fra pizzaioli e cuochi
- Giglio Restaurant e lo strano destino del termine Stellato Michelin in Italia
- Cilento: le dieci cose belle dell’estate di Marco Contursi
- Vinitaly, un successo eterno grazie alla crisi annunciata ogni anno
- La pizza all’Ananas di Gino Sorbillo: una grande lezione di comunicazione sui social
- Panettoni, panettoni e ancora panettoni… e damose na calmata…