Ieri sera ho partecipato alla serata dell’Associazione Verace Pizza presenta da Antonella D’Avanzo ai Tribunali da Di Matteo, pizzaioli di quarta generazione (qui Clinton venne immortalato mentre mangiava la pizza a libretto), dove era ospitato Giacomo Guido.
Come tutti i timidi, Giacomo ha le idee molto chiare: “Noi non dobbiamo fare niente se non portare avanti quelli che i nostri padri e i nostri nonni hanno inventato. Siamo stati fortunati perché facciamo una delle cose più buone del mondo”. Sembra vero dunque che per andare avanti bisogna iniziare a fare quello che facevano i nostri nonni, saltando insomma quelle generazioni che hanno trasformato la chimica e la velocità da mezzo a scopo. La storia e il futuro rappresentati da Salvatore Di Matteo, il futuro di un ragazzo che lascia Ischia e va a Londra dove viene indicato come primo fra tutti i pizzaioli della capitale britannica.
Tornando in auto la testa mi frullava e ho steso il resoconto della serata.
La pizza napoletana è la prima cosa che ti viene in mente quando hai fame, quella vera che morde lo stomaco.
La pizza napoletana è mangiarla con le mani in piedi, scottandosi le dita e sporcandosi le scarpe dopo che l’hai piegata ‘a libretta.
La pizza napoletana è poterla dividerla in compagnia, eucarestia dell’amicizia.
La pizza napoletana è stare bene da solo
La pizza napoletana non è gourmet, al massimo è ‘o sfizio
La pizza napoletana è non saperla spiegare alle telecamere anche se tutti sanno come si fa perché non ci sono parole adatte per descrivere l’amore.
La pizza napoletana è margherita o marinara. Ma anche fritta.
La pizza napoletana è olio d’oliva ma anche olio di semi, quello buono.
La pizza napoletana è mozzarella di bufala, ma anche fiordilatte di Agerola o Montella
La pizza napoletana è fatta solo con la farina pura 00. Al massimo con un po’ di O.
La pizza napoletana è aglio, basilico, a volte origano.
La pizza napoletana non si mastica, si scioglie in bocca.
La pizza napoletana è non distinguere pomodoro, mozzarella, olio e impasto perché insieme diventano un’altra cosa, la pizza napoletana, appunto.
La pizza napoletana è gioia di mangiare, gioia di vivere.
La pizza napoletana si inizia a mangiare con il naso e si finisce con la pancia.
La pizza napoletana è calda e veloce, non ti aspetta e non vuole fare aspettare.
La pizza napoletana è via Tribunali.
La pizza napoletana è la perfezione dell’imperfezione.
La pizza napoletana è ancestrale, beduina e giapponese.
La pizza napoletana è tutti quelli che non capiscono la pizza napoletana.
La pizza napoletana è universale.
La pizza napoletana è estate, ma anche inverno, mai autunno, talvolta primavera.
La pizza napoletana è Nino D’Angelo e Mozart.
La pizza napoletana è veloce come la vita.
La pizza napoletana è sexy.
La pizza napoletana è mamma.
La pizza napoletana è Anna, ma anche Gennaro.
La pizza napoletana è cattolica, protestante, ortodossa, islamica, buddista, atea.
La pizza napoletana resta nell’aria anche quando è stata mangiata.
La pizza è come lo Champagne, non deve cambiare perché è già stata inventata: può solo migliorare negli ingredienti.
La pizza napoletana non è: bruciata, integrale, panosa, noiosa, pesante, pedante, croccante, difficile, esclusiva, snob, chic, cerebrale.
La pizza napoletana è: istinto, fame, gola, sesso pazzo, risata, popolare, sapiente, travolgente, unica, facile.
La pizza è l’Eucarestia del popolo napoletano
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