di Patrizia Lenzarini
BRUXELLES – Era il documento che l’Italia attendeva da anni: una proposta della Commissione europea in grado di portare al giusto valore la politica di qualità alimentare in Europa, di cui il nostro Paese è leader. Ma proprio da quella proposta è giunto un colpo basso per la Pizza Napoletana Doc che appena nel 2009 – dopo una battaglia durata anni – ha ottenuto dall’Ue il riconoscimento di Specialità tradizionale garantita (Stg).
Uno dei punti forti della proposta – oltre a gettare le basi per introdurre l’etichetta d’origine obbligatoria per i prodotti agricoli – è quella di rafforzare il regime di tutela delle Denominazioni d’origine e Indicazioni geografiche (Dop-Igp), e delle Specialità tradizionali garantite. Quest’ultime, sono l’anello più debole del sistema e per questo Bruxelles vuole sopprimere quelle Stg che non hanno protetto il loro nome, come appunto la Pizza Napoletana Stg, ma solo la ricetta.
Insomma, è il ragionamento degli esperti, si vuole ridurre al minimo il rischio che il consumatore possa essere tratto in inganno evitando che si possa trovare davanti sia a una Pizza Napoletana Stg – che deve rispettare precise regole di produzione – che a una Pizza Napoletana che di napoletano ha solo il nome ma che ormai è utilizzato in tutto il mondo.
Se la proposta sarà accolta dal Consiglio Ue, la Pizza Napoletana Stg potrebbe sopravvivere al massimo per un periodo transitorio che finirebbe nel 2017. Per salvare il marchio Sgt, l’Italia dovrebbe presentare una nuova domanda di Registrazione all’Ue con l’aggiunta di un termine all’attuale denominazione: ad esempio Pizza Napoletana Verace o Pizza Napoletana Tradizionale.
Non è però ancora detta l’ultima parola. Il dibattito nell’Ue inizierà lunedì al Consiglio dei ministri dell’agricoltura e impiegherà mesi prima di concludersi.
Inoltre la proposta dovrà fare i conti con il parere dell’Europarlamento.
Tuttavia, se si esclude il caso della Pizza Napoletana Stg, il pacchetto qualità voluto con forza dal commissario Ciolos, rappresenta un passo in avanti per «garantire la qualità ai consumatore ed un prezzo equo ai produttori». Nel documento infatti, il regime delle Dop e Igp viene semplificato, i tempi d’attesa per le domande di registrazione dimezzati, e previsto un fondo Ue per la protezione del logo in sede giudiziaria.
Per alcuni però c’è ancora molto lavoro da fare. Così l’Associazione italiana dei Consorzi per Dop e Igp, «rileva l’assenza – considerata fondamentale – legata alla possibilità di regolamentare i volumi produzione», anche se riconosce che Bruxelles dà un nuovo imput al loro ruolo. Ciolos riconosce che la proposta «è solo il primo passo che sarà seguito da altre iniziative». E pensa sicuramente ad un maggior sostegno ai piccoli produttori, a quelli di montagna. (ANSA).
Sul Mattino una intera pagina con interviste a Massimo Di Porzio (presidente Associazione Vera Pizza Napoletana) e Gino Sorbillo (segretario Associazione Piazzaiuoli Napoletani)
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