di Marco Galetti
Qualche primavera fa, quando era sempre primavera, a dispetto dell’arrivo o meno delle rondini, quando il risveglio dei sensi non era stagionale e i piselli erano pronti tutto l’anno, Luca, oggi pubblicitario e critico cinematografico, si occupava, a tempo perso, ma impiegato benissimo, delle pubbliche relazioni di un locale milanese con la speranza di aumentare in modo considerevole il numero delle relazioni più private.
Era appena uscito da una storia con una splendida ragazza napoletana, il rapporto altalenante gli faceva girare la testa, mentre Pia, di nome, di fatto disinvolta, faceva girare la testa a tutti quelli che la conoscevano e a quelli che avrebbero voluto conoscerla.
La nostra Milano chiudeva presto per farsi bella e per non farsi trovare con le occhiaie all’alba, così al tramonto tirava i remi in barca ormeggiata lungo il Naviglio, noi “si rimaneva” fuori confidando nella pizzeria ancora aperta o nel panettiere in Brera che ci passava da una finestrella una pasta appena sfornata.
Oggi, che l’aperitivo si protrae fino all’ora del digestivo e i locali chiusi di notte sono destinati a chiudere anche di giorno, nella città multietnica che accoglie, mangia e digerisce male, è tutto sempre aperto e troppo a portata di mano, anche la pizza.
Ma andiamo con ordine e cerchiamo di essere precisi, perché se invece di Carmela la chiamo autoannurca, sarà difficile che si giri…
L’avevamo conosciuta in discoteca, lei faceva la hostess di volo e la mattina dopo sarebbe dovuta ripartire, Luca a quel tempo, frequentava una certa Adriana, hostess di terra, (faccio i nomi perché la storia ormai è in prescrizione) e non credeva nelle coincidenze e nella sfig@ del cambio turno, ti va una pizza, mi chiese e sapendo che non avrei resistito; accettai di chiudere un improbabile triangolo amoroso, in fondo ci sarà un motivo se il disco della Regina ha più visualizzazione di quello della Regina della disco…probabilmente davanti ad un triangolo bollente di margherita fece capolino anche un pensiero hot, a quell’età non ci si stanca mai, si diventa insaziabili, il segno dei morsi è lì a ricordarci che i sensi sono vivi, la testa non ha gli stessi tempi del cuore, sono scelte di pancia ti butti sfrontato su un nuovo triangolo, mordi tutto quello che arriva a portata di bocca.
Invece, dopo la margherita, l’apparentemente disinibita hostess di volo, ci chiese, inaspettatamente, di accompagnarla in aeroporto dove entrammo in rotta di collisione con la hostess di terra; l’alba milanese mi vide condurre al gate la fidanzata che avrei voluto avere e che mai più rividi, mentre Luca tornò a casa con un’Adriana sospettosa e un’altra storia al capolinea.
Sete notturna: nulla da segnalare
Ricordi notturni: a raf-fica, come i tranci, come Margherita
Qualche centinaio di margherite dopo, il critico cinematografico e aspirante gourmet percepì chiaramente un profumo inconfondibile prima di sentire, inaspettato, il suono del campanello.
Chiese chi è, rivolto a se stesso e alla porta chiusa.
Margherita, si sentì rispondere.
Non ho ordinato alcuna pizza da asporto, non lo faccio mai, è contro il disciplinare, diventano gommose raffreddandosi.
Sono Margherita, la hostess, mi apri ?
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