Pizza Diego Maradona
di Annatina Franzese
Da ieri sera una luce nel mondo si è spenta ed una stella nel cielo si è accesa. Dinanzi alla morte di Diego Armando Maradona, non esiste punto cardinale che tenga. Nord, sud, est, ovest, ovunque si piange la scomparsa e si celebra il ricordo del campione che tutti hanno ammirato e dell’uomo in cui molti si sono riconosciuti. Perché si, a prescindere dall’indiscutibile talento, dinanzi al quale non resta altro da fare che genuflettersi come di fronte all’insondabile ricchezza del mistero della fede, è stata la persona e la ricchezza della sua dicotomia interiore a consacrare Maradona nel calendario dei santi laici, come un moderno San Gennaro cui rivolgere una preghiera o un quotidiano pensiero.
Sicuramente, a partire da oggi e per tutto il futuro prossimo, in tanti rispolvereranno episodi e aneddoti, relativi agli anni d’oro della permanenza del “Pibe de Oro” a Napoli.
Perché non raccontarli? Perché non dare spazio ai ricordi?
L’idea mi è venuta leggendo un post di Giorgio Moffa, titolare dell’ “Antica Pizzeria Ciro 1923” a Gaeta, che ha riproposto a menù la pizza “Diego Armando Maradona 1987”, una pizza ideata e voluta da Maradona ai tempi del “Trianon al Parco Margherita”. Mossa dalla curiosità, non ho potuto fare a meno di chiamarlo.
“Ho conosciuto Maradona quando ho inaugurato nel 1987. E’ stato cliente del mio locale Trianon al Parco Margherita a Napoli, dall’aprile del 1987 al 1990” – esordisce – “Quando veniva, da solo o in compagnia di amici o di altri calciatori, amava starsene in disparte. Da subito è stato disponibile con me e con tutto lo staff. La prima sera in cui è venuto abbiamo fatto tutto le foto che potevano, ovviamente non esistevano gli smartphone, ma dalla seconda volta in poi, lo abbiamo lasciato a godersi serenamente la pizza, proteggendo la sua tranquillità”.
Che pizza mangiava?
“Una pizza creata da lui. Amava tonno e cipolla, diceva che gli ricordavano l’Argentina, allora si faceva preparare una pizza con pomodoro, mozzarella, salame, peperoncino, tonno e cipolla. La ribattezzammo la pizza di Diego e la inserimmo in menù. Prima della pizza, mangiava qualche fritturina”.
Quanto tempo l’hai tenuta a menù?
“Fino a 15/16 anni fa. Ho tentato di tenerla anche qui a Gaeta, ma poi, essendo l’abbinamento un po’insolito, c’era poca richiesta”.
Come mai hai deciso di riproporla adesso?
“Perché Maradona lo merita a prescindere da quello che è stato, a prescindere dal personaggio. E’un atto dovuto nei suoi confronti, una devozione. Nel ricordo di un Napoli e di una Napoli diversa, scintillante, dove tutto era amplificato e dove tutto era possibile”.
Antica Pizzeria Ciro 1923
Lungomare Giovanni Caboto, Molo Sant’Antonio
04024 Gaeta
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