di Laura Guerra
Le mani in pasta, quattro; più due a ruotare il barspoon per i cocktails. Impasti gentili e farciture come firme che il palato riconosce ad occhi chiusi. Piacevole danza in tavola fra le pizze di Salvo alla Riviera e quelle di Lorenzo Sirabella del Dry di Milano accompagnate al ballo dai drink di Edris Al Malat bar manager in via Solferino. La tappa di Napoli ha ricambiato la visita, dopo quella meneghina, consolidando il piacere del confronto che si respira sempre di più nella grande comunità della pizza.
Due top player, che con i loro locali sono fra i primi 20 su 100 del recentissimo ranking 50 Top Pizza World 2024, che hanno giocato con divertimento e confermato il senso, sempre più esteso di #PizzaCommunity diffuso dal network 50 Top Pizza.
Serate così, andate sold out in poche ore, vanno oltre le posizioni in classifica e raccontano quel che la pizza è da sempre, e sempre di più, segnato da qualsiasi fuso orario: ritrovarsi al banco, servire spicchi che portano il sorriso, approfondire sapienze, scoprire ingredienti e suggestioni, condividere infornando e mangiando. Gesti semplici, antichi e contemporanei.
Si comincia con un evergreen Salvo: la Frittatina, che strizza l’occhio alla tradizione romana: spaghetto quadrato di Gragnano IGP, besciamella al Pecorino Gran Riserva Toscano, Pecorino Romano DOP, Cacio Magno, blend di 4 pepi.
Apre il défilé delle pizze, mantenendo ancora il filo tra sapidità lattica e aromaticità speziata, la Provola e Pepe di Dry – Pizza dell’Anno per 50 Top Pizza Italia 2024: margherita con provola affumicata e pepe nero di Sarawak seguita da un intramontabile classico Salvo la Pizza al Pomodoro, trionfale combinazione di diverse varietà di oro rosso: pomodoro di Corbara, pomodoro San Marzano DOP al naturale, pomodoro datterino essiccato al forno, pomodoro grigliato, crema di pomodoro affumicato, pomodoro del piennolo marinato, basilico ed olio extravergine d’oliva Valli Trapanesi dop di Titone. Per contrappuntare la tavolozza di acidità dell’oro rosso di entrambe le farciture, arriva Hibiscus Margarita, un cocktail con tequila e mezcal che aggiunge note terrose e affumicate mixato con cordiale di ibisco e lemon grass a donare tocchi acidi, dolci e floreali.
Si apre la pagina delle focacce entrambe firmate da Lorenzo Sirabella in un personale racconto Milano-Ischia, la sua isola: una con il Vitello Tonnato, polvere di capperi e sale di Maldon, l’altra è la Zingara Ischitana con prosciutto crudo D’Osvaldo, mozzarella di bufala dop, maionese al basilico, datterini arrosto e lattughino croccante. A ripulire la bocca dalla grassezza ed esaltare golosità delle salse che si susseguono, ci pensa il cocktail Yuzu Gimlet: base vodka e carattere aromatico e citricità fra mandarino e limone dello yuzu.
Si chiude con una doppietta firmata Salvo: Pizza Oshirase, “ponte fra la tradizione di Napoli – spiega Salvatore Salvo affabile padrone di casa – e il Giappone dove Oshirase significa novità” cui lui ha dato la forma di pizza bianca con fiordilatte, filetto di manzo marinato alla soia e spezie orientali, salsa di peperoncini verdi di fiume e olio extravergine d’oliva di Caprai.
Gran finale tentatore la pizza fritta ripiena di ricotta di bufala, provola affumicata, cicoli di maiale e pepe rosso scuro di Sarawak.
Da bere e basta senza pentimento ci sta benissimo il twist sul classico Negroni italiano, dove al mix di bitter, vermouth rosso e gin si aggiunge il mirtillo. Il frutto rosso si abbina perfettamente a tutt’e due, esaltando alla grande la carne marinata e i cicoli.
Il posticino riservato al dolce diventa posto d’onore per il Drymisù, sintesi perfetta di golosità e sostenibilità con al posto del savoiardo un cubo di pane generato dall’impasto della pizza in più e sontuosamente imbevuto nel cioccolato fondente. Descriverlo non basta, devi affondarci il cucchiaio con felicità.
La stessa contentezza, a fine serata nei sorrisi di Salvatore, Lorenzo ed Edris.
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