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Quando l’orologio smette di correre è scoccata l’ora di arrivare qui, in questo paese del Cilento con i piedi nel mare di Palinuro e la testa immersa in centinaia di migliaia di olivi giganti, alcuni dei quali erano già a fare ombra mentre Carlo Magno unificava l’Europa. Niente può sintetizzare meglio l’abulia, l’atarassia, la sfrontata e insolente indolenza divina dei cilentani meglio di questo albergo pensato da Claudio e Carla Fezza nel centro storico. Niente meglio del terrazzo in cotto sospeso nel tempo attorno al quale è costruito un labirinto pieno di misteri, amori lussuriosi e preghiere ascetiche, storie incredibili conservate nell’ombra, indissolubile intreccio di cotto e pietra viva da cui godere l’azzurro del cielo e delle onde: undici stanze, ognuna diversa dall’altra, arredate con gusto e di comfort, ricavate con pignola cura in un vecchio monastero del 1300, poi palazzo privato, ora dimora di Charme.
Il fulcro residenziale di Casa Pixos, progetto di vita, progetto di bel dormire portato avanti negli anni da Claudio, romano, e Carla, pugliese, il futuro nelle mani della figlia Lea, del marito Massimo e del loro bimbo appena arrivato. Tutto era abbandonato, pieno di detriti, poi, pietra dopo pietra, il convento ha ripreso il suo canto verso il cielo, inno alla vita e non sua negazione monacale. Siete a picco sul mare, giù la Marina di Pisciotta da cui partire per le escursioni estive, dietro i boschi pieni di streghe. Pixos da Pixote, Pisciotta. Pixos era l’antica città lucana, greca e latina sul fiume Bussento rasa al suolo nell’850 dai Saraceni che usavano Agropoli come base, piccola Pixos fu battezzato questo borgo sul mare costruito dagli infedeli sopravvissuti alla strage. Ma anche Pisciotta fu distrutta mille anni dopo da una banda di briganti affamati e impauriti, i taleban dell’epoca, ci pensò Murat a risarcire i poveri ricchi rimasti senza palazzi.
Questi lunghi sonni interrotti da tragedie sanguinose sono adesso la ricchezza del Cilento, meta silenziosa e pulita di persone colte fuori dai circuiti tradizionali, per coloro i quali, un po’ come gli anni ’70 e quei lunghi cammini verso l’Oriente, il viaggio è soprattutto ricerca di uno stile di vita. Oggi il viaggio nel tempo si può fare qui: se siete innamorati o se volete stare davvero soli, se avete da scrivere il libro della vostra vita o leggerlo, se dovete spegnere la luce per poter finalmente guardare il sole. Il sole di Ulisse.
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