di Antonella Amodio
Corrado Alfano ha messo la marcia in avanti dall’apertura che risale al marzo scorso. In pochi mesi, e con una pandemia alle spalle, che ha cambiato anche il modo di mangiare fuori casa, la sua pizzeria è sempre piena, con i tavoli che girano su ben tre turni nel fine settimana.
Il nuovo menù, che esce proprio in questi giorni, lo premia per la creatività, con la proposta di gusti che combinano la freschezza dei vegetali con i latticini e altre farciture che riprendono i grandi classici della cucina partenopea.
Poi si sbizzarrisce in cotture degli ingredienti che vedono la disidratazione, le basse temperature e le emulsioni. Insomma, Corrado “svecchia” la pizza che ci aveva abituati a mangiare anni fa e si lancia nel filone di ricerca di topping che sollecitano a livello sensoriale. Ovviamente, per l’ispirazione trae supporto dal territorio in primo luogo, da quello vesuviano con i prodotti dell’orto e poi via via allargando la ricerca.
Dal nuovo menù con il suo impasto, progredito sotto il profilo della leggerezza e che si presta molto bene ad un gioco di combinazioni, ho provato la Domenica Mattina, con il disco a doppia cottura che diventa impalpabile, condito con il ragù di passata di pomodorini del piennolo e carne, poi pomodorini in versione semi dry e polvere, quindi ricotta di pecora.
La Vigilia, anche questa una pizza con la base a doppia cottura, prevede la scarola ripassata e poi resa in crema (con l’aggiunta di acqua di mozzarella), capperi di Pantelleria, acciughe di Cetara e olive di Caiazzo.
Per la versione cottura classica, c’è la pizza Subbuglio di Genovese, con le cipolle di Montoro semi caramellate con riduzione di aglianico, punta di manzo cotta a bassa temperatura, provola, estrazione di sedano e chips di carote. Infine una pizza ancora in cerca di nome (personalmente ho suggerito Melafungo) dove il topping è armonizzato con funghi porcini, provola, mela annurca a spicchi e in chips e pancia di maiale.
Molto buono anche l’Arancino classico, servito con il ragù di passata di pomodorini del piennolo.
Corrado Alfano, affiancato dalla famiglia, traghetta la pizzeria Pigreco nel mood pizza d’autore, gastronomica, gourmet, dai sapori diversi, delicati, pieni e golosi. Nel menù non manca la sua buonissima pizza Margherita e altri gusti classici che valgono sempre la pena provare.
PiGreco Pizzeria a Volla
via Famiglietti, 6
Tel 081 399 9233
Aperto a pranzo e cena, domenica solo sera
Chiuso lunedì
12 marzo 2022
PiGreco Pizzeria a Volla
via Famiglietti, 6
Tel 081 399 9233
Aperto a pranzo e cena, domenica solo sera
Chiuso lunedì
Dopo una vita da pizzaiolo dipendente Corrado Alfano giunge alla soglia dei 50 anni e mette in campo tutti i suoi risparmi per aprire la sua pizzeria a Volla, un ex paesone agricolo alle porte di Napoli Est oggi in pratica diventato solo una fetta del grande agglomerato urbano senza soluzione di continuità che ammaglia la metropoli al Vesuvio.
Corrado Alfano è ancora giovane, ma rispetto alla età media dei pizzaioli è ormai maturo, quasi anziano. Per questo, e per i suoi post sempre equilibrati, spesso ironici e autoironici, è un punto di riferimento per tanti giovani impegnati ai forni che lo rispettano, gli vogliono bene e lo ascoltano. Un affetto che si è visto alla inaugurazione della pizzeria di famiglia, un bel cubo di vetro molto elegante che da sul corso principale e una sala interna con gran parte dedicata al forno e al reparto cucina. Chi più di un pizzaiolo sa come dividere lo spazio della sua pizzeria potendo scegliere di farlo?
Napoletano di città, Corrado Alfano ama leggere, è curiosone, tanto da chiamare PiGreco il suo locale, un personaggio che sarebbe piaciuto a Giulio Cesare Croce, l’inventore della saga di Bertoldo. Ma più che l’astuzia di contadino alla corte di re Alboino, Corrado ha il senso tutto napoletano della bellezza di vivere il presente, non rimpiangere il passato e di augurarsi semplicemente che il futuro on sia peggio del presente: un misto di disincanto pratico che aiuta tutti a traghettarci in questo spettacolare palcoscenico che è la vita. “Il futuro che mi auguro? E’ quello di esserci” ha scritto in un post, una frase che riassume benissimo la filosofia di vita partenopea. Un vezzo? La bandana.
Esserci, però da uomo libero, con le proprie regole, le proprie convinzioni e la propria famiglia. Questo è il vero lusso a cui si può, in fondo, aspirare nella vita. Libero di imporre il proprio stile di pizza, decisamente tradizionale, con la figlia Rossella in sala, la moglie Giulia in cucina e alla cassa, il figlio Umberto laureato in Ingegneria che gli tiene a posto i conti. “Compro prodotti di qualità, ma sto attento al food cost e voglio che la mia pizza sia accessibile a tutti, voglio che ciascuno torni anche più di una volta al mese”.
Sono tempi difficili, di incertezza, il panico è dietro l’angolo in un mondo, il nostro, che non è più abituato ai divieti e alle rinunce, ai ritmi che ti impone essere parte di un confitto tanto più grande di ciascuno di noi.
Così l’apertura della pizzeria è il primo evento importante dell’anno nel mondo pizza napoletano e campano. Davvero tanti i ragazzi che sono venuti a fargli auguri, nomi famosi e altri meno, qualcuno lo sarà, tutti contenti per lui in una serata travolgente e bellissima. Se pensiamo che in contempranea c’era anche il festone dei 15 chef per i 25 anni di Palazzo Petrucci , ecco cosa è il vitalismo partenopeo, unico in Italia, il vero motivo per cui questa città non stanca mai di stupire.
Oggi la parola che va molto di moda negli uffici marketing è stakeholder, e Corrado a suo modo lo è, come lo sono almeno un’altra decina di pizzaioli che vengono ascoltati per rispetto e presi come esempio perchè leader naturali. Per conoscerli però bisogna essere davvero dentro il mondo pizza e non seguire vetusti schemi bocconiani.
Ci siamo stati a pranzo e abbiamo provato una provola e pepe, ‘a pizza d”o pizzajuolo veramente molto ben eseguita, scioglievole, da bere quasi. Le fritture sono ragionate, asciutte, buone, carina l’idea dei bun fritti con i ripieni tradizioni che sicuro spopoleranno fra i più giovani. Buon birre e un Gragnano sincero come le pizze.
Non esageriamo dicendo che, nella sua semplicità, la pizza di Corrado Alfano è una delle più in forma dl momento: ben lievitata, leggera, ripetiamo scioglievole, cornicione alveolato, buona materia prima sopra. Il cubo di vetro da spazio e un senso di libertà, di trasparenza, di verità.
La libertà che Corrado ha finalmente potuto realizzare diventando padrone a casa sua.
Venite a provarla, ne uscirete arricchiti perchè si respira quella verità di una decina di anni fa che ormai, purtroppo, molti hanno perso.
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