Sono passati esattamente sette anni da quando Stefano Bonilli ci ha lasciato. Resta nel ricordo di chi lo ha conosciuto e di chi ama coltivare il passato. Una sparuta minoranza nel mondo enogastronomico, forse perché è un sistema costituito non da reti, ma da monadi, Forse perchè il culto del passato è relegato agli studiosi in un mondo che fa cultura su Facebook.
Quest’anno, avendo avuto un incarico a contratto all’Università Federico II, Dipartimento di Agraria presso il corso di Scienze Gastronomiche Mediterranee mi sono accorto che quasi niente è stato scritto sulla storia della critica gastronomica italiana. Che personaggi come Veronelli e Soldati sono relegati in un passato remoto. Tre ore le abbiamo dedicato alla figura di Stefano Bonilli e mi sono accorto di quante cose abbia fatto.
In questo settimo anniversario lo hanno ricordato due persone che stimo molto e di cui mi pregio di essere amico. Daniele Cernilli con un editoriale su Doctor wine e Pietro Pompili (ex Muccapazza) in un post che riportiamo integralmente perchè fa una proposta concreta che rilanciamo: una strada a Bologna per Stefano Bonilli.
Secondo la legge italiana, devono passare almeno dieci anni dalla morte e ormai di fatto ci siamo. Spero che si crei un comitato che veda protagonisti lui e persone come Max Bergomi per realizzare questo obiettivo minimo, dovuto a chi ha fondato la moderna critica gastronoica per tre volte, sul cartaceo, in televisione e sul web.
di Pietro Pompili
Ci dimentichiamo facilmente della storia, figuriamoci se ci ricordiamo delle persone, anche di quelle che la storia l’hanno fatta, esattamente come te, perché se c’è qualcuno che ha contribuito alla nascita del fenomeno della cucina italiana, dei cuochi e della televisione gastronomica, quella persona, caro Stefano, sei tu.
Ci siamo dimenticati troppo presto di quanto tu sia stato un pioniere creando il @gambero_rosso , il @gamberorossochannel e il mondo dei food blogger e di quante persone che oggi conosciamo e sono importanti, in realtà siano state influenzate e nutrite da te e dal tuo lavoro di giornalista gastronomico, perché sei stato un visionario nel mondo della ristorazione italiana. Ma non ricordiamo la storia.
In molti ti devono tanto per dove sono oggi ma ci siamo dimenticati tutti troppo presto di te, compresa la tua amata Bologna, che dovrebbe avere il dovere morale di dedicarti una piazza o una via perché sei stato il giornalista gastronomico tra i più importanti d’Italia, le scuole alberghiere o di giornalismo dovrebbero dedicarti una borsa di studio per il tuo impegno o le tue tanto amate guide gastronomiche, istituire un premio che ci ricordi chi eri, perché di visionari, il mondo della cucina ha sempre bisogno.
E invece no, ci siamo dimenticati tanto e troppo presto di te e non è giusto perché se c’è una cosa che hai insegnato a tutti è che “non si può guardare al futuro senza ricordare il passato”.
Buon anniversario, Stefano.
Stefano Bonilli
Giornalista gastronomico
13 febbraio 1945 – 04 agosto 2014
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