di Marco Galetti
Se la mia critica non fosse pura, non muoverei le dita sulla tastiera, Kantiamogliele.
Ieri sono stato a pranzo in un ristorante stellato, ho mangiato bene e ho speso poco.
Allora di cosa lamenti…
Ne parliamo dopo pranzo (continua… *)
(…*)
Ieri sono stato a pranzo in un ristorante stellato, ho mangiato bene, ho speso poco, ho digerito benissimo, ma non ho digerito alcune cose.
All’atto della prenotazione telefonica chiedo che mi venga assegnato un tavolo lato vetrata, così non sarà, inspiegabilmente… poco male, in questo locale tra le colline brianzole tutti i tavoli sono ben posizionati e distanziati tra loro, lascio perdere, ci accomodiamo e ordiniamo, se per quel che riguarda i piatti non posso lamentarmi, ci sono state mancanze che in un ristorante stellato non ci si aspettano.
Alla mia ospite viene versato il vino previsto nel menù degustazione solo ad inizio pasto, all’arrivo della tagliata, solo ad un mio cenno, si accorgono che il bicchiere è vuoto e rimediano…
Ma veniamo al capitolo risotto, qui sono conosciuti proprio per questo, ci sarà stato una ventina di volte e mi è sempre stato servito, decantato e descritto nello stesso modo.
Il risotto viene portato al tavolo in una risottiera in ceramica con coperchio, viene servito, il cameriere appoggia la risottiera con il resto del risotto in un tavolo di servizio e passa successivamente per un secondo assaggio.
Ieri così non è stato, quando Pierino Penati è passato per sapere se stesse andando tutto bene, dopo un apprezzamento sulla bontà dei chicchi allo zafferano, ho chiesto molto cortesemente se avessero modificato la modalità di servizio straconosciuta del loro piatto must.
Se mi fosse stata data una risposta del tipo (l’unica possibile, in fondo) mi scusi abbiamo commesso un piccolo errore sarei stato più contento, invece il Signor Penati non ha saputo darmi spiegazioni e non si è scusato pur sapendo di essere in torto, perché agli altri tavoli, ben distanziati ma a portata di sguardo, il servizio del risotto è stato fatto sempre in due graditi passaggi, ma questo a lui non l’ho fatto presente…
Dopo il caffè chiedo il conto che mi viene portato al tavolo da un cameriere che, inspiegabilmente, invece di andarsene, staziona davanti a me (forse in attesa che gli paghi la birra ?)…così saldo, lascio la mancia e, senza essere salutato (probabilmente la mancanza più grave), mi dirigo al guardaroba, dove, a chiusura del cerchio, mi viene chiesto: “che tavolo aveva…”
Non quello lato vetrata che le avevo chiesto per telefono, avrei voluto dirle…
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