Uva: piedirosso
Fascia di prezzo: nd
Fermentazione e maturazione: acciaio
Oggi nella rubrica abbinamenti del Mattino suggerisco i miei rossi per l’estate. Posso anticiparvi sin da subito qual è il primo: il Piedirosso 2008 di Contrada Salandra scippato dalla cantina personale di Nando Salemme di Abraxas e finito su un buon bucatino al sugo di coniglio.
Difficile per me in questo momento pensare ad un vino più buono: non a caso la bottiglia è finita in un lampo per la sua totale bevibilità. Giuseppe Fortunato, apicultore e viticultore, nonché anche Chiocciola Slow Wine, ha impostato l’azienda seguendo i consigli di Antonio Pesce, ma il bello delle sue bottiglie è che avverti la manualità nel bicchiere. Quella particolare sensibilità all’uva che solo chi cura la pianta come un giardino può avere.
Il Piedirosso è bello perché, come tutti i vini di franco approccio alterna il rosso dolce della frutta a lampi verdi balsamici e freschi della pianta nella percezione visiva inconscia. Un livello altissimo, di perfezione che si presenta, come tutte le persone di buon carattere, senza essere invasivo al palato, con tannini fini, una trama perfetta e corroborante che tiene bene il ritmo nel palato: freschezza, sapidità, buona lunghezza con un bel salto finale.
La grandezza di questo vino è nel non pretendere di essere grande, ma di essere utile: al cibo, al palato. Se proprio bisogna trovare un difetto, 12 gradi ne farebbero un rosso ideale, ma ci rendiamo conto che, per fortuna, è la natura l’elemento decisivo in queste cose. O, meglio, risponde in modi indipendenti a seconda del nostro progetto i vino.
A distanza di sei anni, incredibile dirlo per un Piedirosso, c’è un perfetto bilanciamento tra la freschezza e la frutta, il vino è giovane, pimpante, nel pieno della sua maturità come un quarantenne. Questi due ettari strappati ai barbari del cemento sono una delle cose più preziose e sane del territorio, una zona che si è risvegliata dal sogno industriale e che adesso si ritrova industrializzata dopo aver distrutto la sua incomparabile natura, unica in Europa, dove acqua, terra e fuoco si alternano in continuazione.
Questo vino vive l’angoscia e l’orgoglio dell’solamento rurale, è coerente nel privato come nel pubblico come un missionario in Africa o un islamico in Occidente, ha nelle sue radici sabbiose nere la ragione del suo essere, fortunato per il sole e l’aria marina. E’ l’opera di una bella coppia, lontana dai riflettori mediatici non per scelta ma perché è semplicemente educata alla sostanza e non all’immagine.
Orgoglio Flegreo, annuncio della rivincita che sta preparando la Natura.
Sede a Pozzuoli. Via Tre Piccioni, 40 – Tel. 081.8541651 e 081.5265259 (anche fax) www.dolciqualita.com, Enologo: Antonio Pesce. Bottiglie prodotte: 15.000 Ettari: 2,5 di proprietà e 2 in conduzione. Vitigni: falanghina e piedirosso.
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