A CASA
Uva: piedirosso
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno
Posto che è molto difficile nell’arco di un anno dalla vendemmia bere Aglianico in purezza, a meno che non sia stato messo a terra da una dose massiccia di vaniglia e feticciato con merlot e altre porcherie simili, torna in auge il Piedirosso. Un vino life style come lo definirebbe Pomarici perché è buono, tipico e costa sempre poco. Non solo, è l’unico rosso disponibile a faticare un poco in abbinamento con la cucina sempre più leggera dell’alta ristorazione oltre a rispondere bene ai piatti tradizionali. Insomma, quando siete a tavola, soprattutto con una compagnia eterogenea, il Piedirosso è sempre la risposta più efficace e capace di conquistare consenso. Come si dice: sparagnate e cumparite (risparmiate e fate bella figura). Nella manifestazione organizzata a Fabbrica dei Sapori ci siamo trovati improvvisamente di fronte ad una vasta serie di proposte, la 2007, più carica di frutta, ha ingentilito al punto giusto questo vitigno molto difficile da acchiappare, diverso anno dopo anno. Poco amato dai contadini perchè non prolifico ma al tempo stesso usato proprio per quotidianizzare l’Aglianico e consumarlo entro l’anno prima della vendemmia successiva (leggi Lacryma Christi, Gragnano). Intendiamoci bene: non è il vino della vostra vita o una bottiglia che potreste stappare nelle grandi occasioni, ma fa parte di quella schiera di vini di fascia medio-bassa capace di mantenere la barra sul consumo campano piuttisto che spostarsi altrove. Enzo Ercolino conosce bene le tendenze di mercato e, stupendo un po’ tutti, ha voluto fare il primo Piedirosso in purezza Irpinia doc mettendosi sulla scia dei sanniti che lo hanno riscoperto da qualche anno. Ma mentre in provincia di Benevento il Piedirosso insegue un po’ il modello Aglianico, ossia volta verso la concentrazione, il grado alcolico un po’ più elevato, Ercolino ci propone un vino più simile a quello dei Campi Flegrei, senza la sulfurea mineralità ma con lo stesso tono inconfondibile di geranio e di note verdi al naso e in bocca. Qui il testimone bassa alla freschezza che ha buon gioco nell’affermarsi per via di una struttura esile ma completa, ossia non corta perché il palato viene completamente occupato dal vino ma al tempo stesso potremmo dire che è una presenza non ingombrante, sopportabile come quella di una persona magrolina in ascensore. Risultato: un vino leggero nel senso vero del termine, profumato, bevibile, e godibile, di buona lena impegnato su zuppe di pesce oanhe sui piatti delicati proposti da Tonino dei Quattro Passi nella cena di presentazione dei nuovi vini dell’azienda presieduta da Tommaso Iavarone. Un esordio che ci è piaciuto molto, in soli 8000 pezzi già quasi tutti usciti dalla cantina, e che speriamo venga conservato anche nelle annate successive. Da bere adesso perché è nel pieno della sua maturità.
Sede ad Avellino. Via Filande, 6
Tel. 0825.626406
Sito: http://www.cantineacasa.it
Enologo: Maurizio Polo
Bottiglie prodotte: 200.000
Ettari: 50 di proprietà
Vitigni: coda di volpe, fianoc, greco, piedirosso, aglianico
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