AGNANUM -RAFFAELE MOCCIA
Uva: piedirosso
Fascia di prezzo: da 1 a 5 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio
Ci sono vini che, per bontà, storia, successo commerciale, si fanno archetipi. Quante volte avrete sentito dire di un vino, uno qualsiasi: nebbioleggiante?
Beh, talvolta qualcuno s’incazzerà pure, ma quando lo si dice o lo si scrive, vuole essere, anche se non riuscito, un complimento.
Quand’è che di un vino si dice pinoteggiante? Quando la sua bevibilità è di natura compulsiva, quando non si può fare a meno di berne, quando la bottiglia, in qualsiasi condizione sia, finisce in un nanosecondo grazie ad una spiccata spina dorsale acida e, se solo vagamente, ricorda un Borgogna, allora si è autorizzati a dire: “pinoteggiante”. Tra l’altro, se proprio vogliamo sbizzarrirci in etichette di sorta, questo vino rientra in un’altra di quelle categorie estremamente apprezzate dai consumatori, per citare una delle guide più celebri: oscar qualità-prezzo, categoria da me ribattezzata: da bere a secchi. In un’enoteca lo troverete tra i 7, 8 euro e in un buon ristorante onesto intorno ai dieci.
Altra categoria: vini culturali, altrettanto apprezzati da taluni consumatori. Ebbene, questo vino, rientra anche in questa categoria. Si perché c’è un valore intrinseco in un vino prodotto da un lembo di terra, circa 4 ettari, strappati all’urbanizzazione selvaggia di una metropoli come Napoli, a ridosso di una riserva naturale che è quella degli Astroni. Un solo muro di cinta separa la riserva naturale dalla riserva culturale che Raffaele Moccia, e suo padre ancor prima, hanno strappato alla barbarie. Un muro di cinta per giunta bucherellato e da cui la notte le volpi escono per divertirsi a metter scompiglio tra i tralci. Ecco perché il piedirosso cru dell’azienda, non questo, quello più importante, prende il nome di vigna delle volpi. Questo è solo, solo si fa per dire, il base. Solo acciaio. Insieme al 2008 di Peppino Fortunato di Contrada Salandra assaggiato dalla vasca e di cui diremo prossimamente, ci ha enormemente impressionato.
Sì, perché se dall’aglianico vien fuori un vino che richiede tempo, dal piedirosso dei Campi Flegrei (trattasi di personalissima idea) deve venir fuori un vino di pronta beva, dal grado alcolico non elevato che neanche il tempo d’imbottigliarlo è già finito.
Ah, ecco le note, così come le ho appuntate le riporto.
Rosso tra il rubino ed il purpureo, leggermente velato, ma di bella luminosità. Fruttone centrato e croccante, fragoloso, sensuale e lussuriosi, forse solo leggermente, ma giusto un pizzico maturo. Note animali (merd de poule???), note minerali sulfuree, viscerale, profondo, ricco di sfumature, ma vivaddio, sfumature. Sorso semplice, schietto, fruttato, buona lunghezza (cacchio che acidità), tannino elegante. W la bevibilità.
Me ne faccio un altro.
Da abbinare a quello che vi pare se lo portate a tavola, lo potete anche raffreddare in un veloce passaggio in frigo. Quanto al resto: Kasabian.
Mauro Erro
Sede a Napoli, Contrada Astroni, 3. Tel. e fax 081.7628104. E mail: info@agnanum.it, sito: www.agnanum.it. Enologo: Maurizio De Simone. Ettari: 4 di proprietà. Bottiglie prodotte: 15.000. Vitigni: falanghina e piedirosso.
Dai un'occhiata anche a:
- Vigna Astroni 2016 Campi Flegrei doc Cantine Astroni
- Vini azienda Sorrentino – Nuove annate
- Pompeii bianco 2022 Pompeiano igt, Bosco de Medici
- La Pietra di Tommasone di Lucia Monti a Lacco Ameno e lo spumante affinato nel mare ischitano
- De Angelis 1930, Kalliope Bianco Penisola Sorrentina Dop 2019. La longevità dei bianchi campani
- Vigna Astroni 2014 Campi Flegrei doc, Cantina Astroni
- Vinicola Tiberio, il ritorno della mitica Capri Blu
- Aphrodite il primo Spumante Metodo Classico affinato nel mare di Ischia dalla Pietra di Tommasone