PIATTO ROMANO
Via Bodoni, 62 (Testaccio)
Tel. 06/64014447
Aperto tutti i giorni a pranzo e a cena
Chiuso la domenica
di Virginia Di Falco
Nome del locale chiaro ed esplicito: Piatto Romano. Non si può sbagliare.
Nel solco delle osterie della Capitale che si tengono ben stretta l’esecuzione classica della cucina romanesca possiamo inserire senza tema di smentita questa osteria di Testaccio.
Da tre anni c’è una mano nuova e giovane in cucina, che ha indubbiamente alleggerito i piatti ma l’impianto della carta è rimasto fedele alla tradizione.
Con una bella sorpresa di cui vi stiamo per parlare.
Anche la sala è quella che ci si aspetta: lunga fila di tavolacci in legno (il distanziamento è ormai solo un lontano ricordo), tovaglie in carta paglia, mise en place minimale. Qui si bada al sodo.
Tra gli antipasti abbiamo molto gradito le polpettine di carne di manzo: frittura asciutta, ben aromatizzate, morbide e gustose. E, tra le zuppe, una rustica crema di zucca mantovana corroborante e dalla giusta consistenza.
Nel leggere il menu, si resta però colpiti dalla sezione dedicata ai contorni che, diversamente da quel che accade di solito, non si limita a cicoria ripassata e puntarelle. La lista copre infatti sorprendentemente tutto il repertorio stagionale delle verdure selvatiche: dalla borragine ai ramolacci, dalla malva alla senape. Persino la bietola ripassata ha un sapore bello deciso, molto lontano dal piatto punitivo imposto nella maggior parte delle diete dimagranti.
Davvero una bella scoperta, anche considerando che ormai tante trattorie romane si fermano ai grassi classiconi, trascurando l’offerta vegetale.
Si rientra invece pienamente nella norma con i primi e i secondi piatti. Un’ombra di delusione alla lettura di carbonara e amatriciana nello stesso formato di pasta (spaghettoni). La prima ben eseguita, la seconda, con “pomodoro fresco” come recita il menu, che soffre di un condimento piuttosto slegato, anche se il guanciale è tirato il giusto e il pecorino non sovrasta il piatto.
Ancora un piatto vegetale, con i cardi fritti. E non mancano neppure i carciofi, i broccoletti, la misticanza. Davvero l’imbarazzo della scelta.
Tra i secondi, un buon petto di vitella alla fornara, e una coda alla vaccinara … ridotta all’osso, nel senso che la cottura prolungata fa arrivare pezzi di osso nel piatto non piacevoli a vedersi e che insieme a un eccesso di sedano ci fanno propendere per un no.
Delicato e ben aromatizzato il baccalà, quasi un’insalata tiepida, molto gradevole.
Si chiude con crostata di ricotta e visciole oppure con un tiramisu fatto con tutti i crismi in cui il mascarpone ha, vivaddio, il posto che merita, insieme a cacao e caffe’.
Atmosfera un po’ caciarona, anche perchè i tavoli ravvicinati fanno partecipare volenti o nolenti alle conversazioni dei vicini, soprattutto se chiacchierano ad alta voce. Il servizio è spedito, professionale e pronto.
Conto sui 40 euro.
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