Finalmente incontro Giuliano Pettinella, conoscevo la sua voce e benissimo il suo vino, ma mancava un volto a un produttore che nel suo piccolo ha fatto e fa un ottimo rosato lavorato a cerasuolo.
L’occasione e a Navelli a Palazzo Santucci dove si tiene la ben organizzata manifestazione sui vini naturali: e su questo potremmo aprire una pagina di discussione ma mi limito a evidenziare la mia opinione.
Il vino non è naturale di suo ma è una creazione dell’uomo, ok!!! Allora mettiamoci d’accordo e lasciamo lavorare tranquillamente tutti quei piccoli produttori che fanno il vino senza l’uso della chimica in cantina e, se poi lo vogliono chiamare “naturale” che male c’è, basta che sia buono e privo di difetti olfattivi e gustativi e che il termine non sia usato solo per coprire un cattivo uso di pratiche di cantina sbagliate, cattiva igiene, uve marce e, tanto altro che rendono il vino inaccettabile.
Poi, in ogni famiglia c’è sempre il figlio scapestrato; come quelle aziende che usano i termini, naturale, fermentazione spontanea e tanto altro come forma di marketing e per conquistare altri mercati al solo scopo di fare dei vini comuni ma con dei prezzi esorbitanti… e non voglio dilungarmi.
Torniamo al rosato di Giuliano che non ha la pretesa di penetrare mercati particolari, ma vuole condividere una sua passione e, come lui tanti altri piccoli.
Le vigne di provenienza sono a Tocco di Casauria (AQ) e, conoscendo la zona vi anticipo che è un territorio che da vini eleganti e ricchi di struttura, allevata a pergola abruzzese di circa quarant’anni; mentre il restante si trovano a Silvi Marina (TE) allevate a cordone speronato di circa quindici anni, il tutto per un totale di mezzo ettaro.
Ad avercene altri cento come lui, sicuramente non tolgono niente a nessuno, ma anzi, aggiungono carattere e vivacità al panorama della bottiglia di qualità in Abruzzo.
La conduzione dei vigneti, oggi si dice, biologica o biodinamica o tanto altro, mentre io aggiungere “come si faceva prima dell’introduzione della chimica e soprattutto delle mode”. Ricordo ancora il bruciore agli occhi causato dallo zolfo e le mani blu quando seguivo mio padre nei lavori in campagna. Bene, così nasce il Tauma e niente più, con fermentazioni spontanee in barrique ultradecennali e acciaio. Il vino non subisce stabilizzazione, ne filtrazione ne chiarifica.
Qualcuno mi potrà obiettare che con la chimica ci aiuta e non si perde il raccolto, si è vero, ma non additiamo come visionari coloro che volutamente vogliono mettere a repentaglio la produzione in nome di un prodotto più SINCERO… ecco “forse questo è il nuovo termine che potrebbe essere utilizzato al posto di naturale, che tanto fa irritare qualcuno”.
Nei due anni che abbiamo degustato il Tauma lo abbiamo trovato sempre intenso nel colore e soprattutto nei profumi che mettevano in evidenza una ciliegia tendente al maturo ma pulita e sincera; al gusto è quasi masticabile tanto è il corpo sostenuto da tanto frutto sempre ciliegioso e notevole sapidità e mineralità con una sensazione tattile evidente sulla lingua, il finale lungo è ricco di frutto.
Rubo un termine a un mio collega definendo questo vino molto gastronomico, cioè abbinabile ovunque e su tanta cucina abruzzese degno di terminare piacevolmente il menu fino alla fine.
Azienda Agricola Pettinella è in Contrada San Silvestro 16 64028 Silvi Marina TE Mobile. 3388279506 Costo da 16 a 18 euro
Questa scheda è di Andrea De Palma