VITICOLTORI DE CONCILIIS
Uva: fiano
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno
Fascia di prezzo: da 10 a 15 euro
Il tempo nel Cilento ha talmente tanto valore che nessuno gliene da. Come lo spazio, tutti ne hanno in abbondanza, perché preoccuparsene? In fondo, quando si inizia a vivisezionare il giorno in 24 parti, e poi in 60 e poi ancora in 60, si finisce spesso per perdere il valore dell’insieme, ci si concentra su un momento, un aspetto, magari pensando di padroneggiarlo.
E’ dalla rivoluzione industriale in poi che l’uomo ha avuto la pretesa di dominare il tempo accorciandosi così la vita, sempre in attesa di qualcosa che deve accadere, perdendo il ritmo rurale che impone le attese giuste e rispetta i momenti favorevoli.
Il tempo vivisezionato è poi all’origine di tutti i mali che hanno colpito le merci e il cibo, fare prima, fare di più in un giorno, in un’ora, in un secondo non è la filosofia giusta quando si cerca qualità. Può capitare, ed è successo, che durante la lavorazione della mozzarella ci finiscano un paio di dita di operaio perché il protocollo di sicurezza ritarda il processo produttivo.
Nel Cilento questi temi non sono entrati. Sarà perché negli ultimi 150 anni, dopo la sconfitta, e soprattutto dopo le leggi sul proibizionismo del 1887, i migliori se ne sono andati, quelli frenetici che hanno fatto fortuna altrove. Sarà che siamo in un territorio grande un quarto della Campania con soli centomila abitanti. Sarà quel che sarà, ma qui è impossibile pensare di prendere un vero appuntamento di lavoro, è il bioritmo che impone l’incontro.
Questa filosofia può apparire irritante e sconcertante quando si atterra dai ritmi frenetici della città, poi, piano piano, se ne iniziano a cogliere i vantaggi, a partire dall’equilibrio psicofisico della giornata.
I due bianchi di Bruno de Conciliis che mi sono sempre piaciuti di più sono stati l’Antece e il Perella. Impossibile chiedere quando uscivano, se ci sarebbero stati anche l’anno prossimo. Sono la metafora piena e completa della visione del tempo cilentano.
Arriva quando deve arrivare, esce se è il caso che debba uscire. Per questo motivo sono alla fine due bianchi che restano solo nella gola degli appassionati, di quelli che sono disposti e subire questa attesa.
Il Perella 2012 fa capolino in questi mesi, lo sorseggiamo lascivi nella brezza del mare di Agropoli dove i saraceni piazzarono la loro base per le escursioni in Costa d’Amalfi, ma anche sino ad Anzio. La brezza smuove le foglie della vecchia quercia e ci si ritrova a chiacchierare nella sospensione del tempo, quando è necessario riconsiderare le cose.
La vigna fu piantata nel 1990, ha ormai 25 anni, e ha sempre regalato buona frutta perché esposta ad Est, il che in una zona calda e nei decenni di surriscaldamento, è un buon viatico per la freschezza.
Perella è nomen omen, Bruno ha saputo giocare di sponda tra acciaio e legno alla perfezione, e il vino appare già in equilibrio.
E’ un vino timido, non esuberante, ma tosto, di carattere e destinato a rimanere a lungo sulla scena.
Ne facciamo scorta in vista del nostro ritiro, qui, tra gli olivi sacri di una terra popolata da streghe e divinità, dove il tempo è diviso nella frazione di un secolo. Non di più e non di meno:-=)
Sede a Prignano Cilento, Contrada Querce, 1
Tel. e fax 0974 831090
www.viticoltorideconciliis.it
Enologo: Bruno De Conciliis
Bottiglie prodotte: 150.000
Ettari: 25 di proprietà
Vitigni: aglianico, fiano
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