Parmigiana Day con 21 ricette da sette regioni italiane e da Montecarlo. Il web invaso da parmigiane da link ai link dei link, tutta Facebook al forno.
Ma perché la chiamiamo Parmigiana?
Dopo il primo excursus di Tommaso Esposito che ha fatto da prologo, ore ne parla Raffaele Bracale.
di Raffaele Bracale
Intendo affrontare alcune questioni storico- linguistiche e comincerò con il dire che tale pietanza non è – con ogni probabilità – originaria della città napoletana, ma deve esser nata (come chiarirò) altrove e poi acquisita nelle cucine di Napoli ed isolane.
Si tratta in effetti di una preparazione antica presente in un po’ tutti i ricettari della penisola d’antan dall’ Artusi al Cavalcanti, al Vialardi ed agli altri . È pur vero che sulla parmigiana si potrebbe scrivere un trattato: a cominciare dalle sue origini, contese come sono tra Ducato di Parma, Emilia Romagna, Campania e Sicilia, ed in secondo luogo circa il significato del nome: parmigiana
Premesso che la voce mulignana (in italiano melanzana) ortaggio con cui si appronta la preparazione che ci occupa,
è dall’arabo badingian incrociato con il prefisso mela→ melingian donde per metatesi meligniana→mulignana; altrove l’arabo badingian fu incrociato con i prefissi peto o petro e s’ebbe petonciano o petronciano.
La voce italiana melanzana fu anche ritenuta, ma impropriamente, derivata da mela+ insana in quanto ritenuto ortaggio il cui consumo potesse portare alla pazzia.
Tanto premesso, entro súbito in medias res circa l’etimologia del termine parmigiana ed affermo contrariamente a quanto pensato e riportato anonimamente sul web, che il nome Parmigiana, deve intersi assolutamente come “melanzane all’uso di Parma” e non “melanzane al Parmigiano Reggiano”e neppure derivato (come fantasiosamente proposto da qualcuno) da “Parmiciana”, ovvero l’insieme dei listelli di legno, sovrapposti, che formano la persiana e che ricordano la sistemazione delle melanzane nella parmigiana.
E quanto da me affermato trova giustificazione in due semplici osservazioni:
1)la voce parmigiana è voce dove è presente il suff. ana femm. di ano dal lat. aneus che è suffisso di pertinenza con cui si è soliti formare gli aggettivi o gli aggettivi sostantivati (nel ns. caso parmigiana= di Parma come alibi amatriciana= di Amatrice);
2) la voce parmiciana = insieme dei listelli di legno, sovrapposti, che formano la persiana è sí voce della parlata siciliana, voce mai però pervenuta nei dizionarî dell’italiano con cambio di significato ed ampliamento semantico.
È vero che per quanto ne sappiamo oggi, la patria della parmigiana è ritenuta, ma forse senza un documentato riscontro storico, la Sicilia dove si possono trovare le tipiche melanzane da parmigiana, ovvero le petrociane/petociane , termine che qualcuno fa derivare un po’ troppo fantasiosamente dal medesimo ar. bâdingiân donde melanzana; dalle voci petrociane/petociane deriverebbe (secondo i siciliani) il nome della pietanza; ma ognuno vede che morfologicamente troppo corre tra petrociane/petociane e parmigiana per accettare tale derivazione.
Aggiungo che proprio l’Artusi non parla di parmigiana/parmiciana, ma di petronciana (nome con il quale in Sicilia si indica la pietanza summenzionata.) e la petronciana/petociana (che morfologicamente ,per me, è piú collegabile all’ant. fr. mélongènepiuttosto che all’ ar. bâdingiân) come ò detto, è una varietà di melanzana siciliana, infatti i siciliani chiamano la parmigiana petronciana e non dicono né parmigiana, né parmiciana, anzi affermano (che fantasia sciovinista!) che “parmigiana”è una corruzione del termine petronciana.
Sta di fatto, che le melanzane alla parmigiana si fanno un po’ ovunque, ed ognuno ne fa una variante: grigliate in vece che fritte; qualche folle persino cotte al vapore! etc.; a Roma addirittura ci mettono la mortadella; altrove tutti gli avanzi del frigo! A volte l’etimologia della parola suggerisce qualcosa.
Insomma, credo che il termine “alla parmigiana” non possa avere origini nel sud Italia, ma necessariamente dalla città del Ducato di Parma donde a far tempo già dal 1731 – stanti i buoni rapporti di parentela tra regnanti – sia emigrata verso il Regno di Napoli ed abbia presa stabile dimora nelle cucine partenopee e siciliane!
Mangia Napoli, bbona salute e comme ‘a facite, facite… scialàteve!
Questa bella giornata d’agosto sul web, e speriamo anche ai fornelli e sulle tavole dei ristoranti nelle prossime settimane, è stata possibile grazie all’impegno appassionato e competente della nostra Marina Alaimo che ha curato i rapporti con gli chef intervenuti.
Grazie a Marina, dunque, e grazie a chi ci ha mandato la sua ricetta facendoci scoprire un mondo fantastico, ricco di inventiva e di sapori.
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