di Adele Elisabetta Granieri
“Quando Roma era pascoli, Ascoli era Ascoli”.
Quella del Piceno è una storia millenaria che risale ad almeno duecento anni prima della fondazione di Roma. Dalle città principali di Ascoli Piceno, Fermo, Offida, alle chicche più nascoste, come la rocca di Grottammare, tutto splende nelle forme originarie, rivelando il millenario scorrere del tempo. Paesaggi sorprendenti, ancora troppo poco conosciuti, perché fuori dai consueti circuiti turistici, ma che promettono, a chi concede loro il giusto tempo, stupore e meraviglia.
Anche la storia della viticoltura locale ha origini antichissime, come testimoniano i numerosi reperti archeologici risalenti al I millennio a.C. rinvenuti sul territorio. Una tradizione di 2500 vendemmie, rappresentata oggi da tre DOCG (Offida Passerina, Offida Pecorino e Offida Rosso) e cinque DOC (Falerio, Falerio Pecorino, Rosso Piceno, Rosso Piceno Superiore, Terre di Offida).
Il ruolo di tutelare e promuovere questa ricchezza è affidato al Consorzio Vini Piceni, costituito nel 2002 e guidato con passione dalla Presidente, Angela Velenosi, e dal Direttore, Armando Falcioni.
Il Pecorino è il fiore all’occhiello della DOCG Offida. Quasi scomparso dai vigneti durante il secolo scorso a causa della sua bassa produttività, deve la sua rinascita a Guido Cocci Grifoni, capostipite dell’omonima azienda, che ritrovò una vecchia vigna impiantata a Pecorino e decise di farne un primo impianto. La prima vinificazione di Pecorino in purezza risale al 1990 quindi, radicatasi la produzione nel territorio di Offida, ottiene nel 2001 la DOC con il nome “Offida Pecorino”.
Molti vini interessanti, tra quelli del Consorzio, degustati presso l’Enoteca Regionale di Offida:
Le Caniette, “Veronica” – Pecorino 2014: Un vino non filtrato, con un bel colore carico. Profumi di fiori bianchi, pesca matura ed interessanti spunti minerali. In bocca è un’esplosione di freschezza e sapidità, sostenute da un gran bel corpo ed accompagnate da un finale molto lungo.
Domo Di Monte, “Li Coste” – Pecorino 2014: Note susina e fieno, arricchite da sbuffi balsamici di mentuccia e minerali di gesso. Bel sorso pieno e verticale. Ingegnosa l’etichetta che rivela quando il vino è giunto a temperatura.
Cherri D’Acquaviva, “Altissimo” – Pecorino 2014: Profumi di pesca gialla, ananas e sbuffi di origano, seguiti da note di gesso e ricordi di idrocarburi. Il sorso è sorprendente: verticale, pieno, fresco sapido ed incredibilmente lungo.
Velenosi, “Réve” – Pecorino 2013: Il naso è reso intrigante dalle note minerali, quasi sulfuree, accompagnate da accenni di cedro candito e pesca bianca. La bocca si riempie di materia, perfettamente equilibrata da un’eccezionale freschezza ed una piacevole sapidità. Il finale è lungo lungo lungo.
Cantina Offida, “Il Montanaro” – Pecorino 2012: Note di burro e miele, che ne denotano i 12 mesi in botte, ma alleggerite da profumi di mela verde, origano, e sentori di idrocarburi. Il sorso è pieno e di buona freschezza.
La Passerina è la sorrella minore del Pecorino, dall’ampelografia ancora oggi incerta. In origine era vanificata solo per concorrere al Falerio. Da alcuni anche spumantizzata, è un vino di grande bevibilità.
Saladini Pilastri, Passerina 2014: Profumi di agrumi e timo e delicate note di eucalipto. In bocca è fresco e di buon corpo, dissetante.
Foto di Adele Elisabetta Granieri
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