Il Megaron a Paternopoli è a un tiro di schioppo da Mirabella.
A Mirabella c’è Quintodecimo. A Quintodecimo c’è il prof. Moio dove ci attende la verticale completa di Terra d’Eclano, a Paternopoli c’è il Megaron.
Eh si, l’avevamo promesso più volte a Valentina Martone, chef e titolare del ristorante, di andare a provare i suoi nuovi piatti, ma non eravamo mai riusciti, negli ultimi mesi, ad allinearci alla filosofia pignatica dell’ “andiamo lì che sta vicino”… :D
Non contenti di questo grado di “ottimizzazione”, abbiamo anche dato appuntamento al “re del crudo barese”, al secolo Nicola Campanile, patron di Radici Wines. La mia intenzione era quella di fargli testare i gamberetti del Calore recuperati all’uopo dalle nasse che ho stabilmente posizionato lungo il corso del pescosissimo fiume. Infine, “ last but not least” (come si dice nei tempi della stepciailadopscion) abbiamo tirato a bordo anche la perenne inappetente, nonchè “pinot noir lover”, Miciona… al secolo Teresa Mincione l’avvocatissima!!! Insomma, come al solito, volevamo prendere quarantadue piccioni … con una fava!!!
E invece delle fave, abbiamo preso…i broccoli :D
Infatti, la cucina di Valentina è tutta basata sui prodotti del territorio, Paternopoli è un piccolo centro dedito principalmente alla coltivazione delle viti, degli ulivi e dei broccoli.
Si inizia a degustare olio Ravece e Leccino, con olive arrecanate e pane di grano duro. La potenza della Ravece surclassa letteralmente il leccino, che comunque in termini di piccantezza la guarda dritto negli occhi. Sfiziosissime le olive arrecanate.
Si prosegue con la colazione del contadino. Lardo battuto al coltello con alloro, rosmarino e bucce di limone, crostino di pane ai cereali. Ritornare ai tempi della fanciullezza (un secolo fa) e ricordare mio nonno che mi esortava a fare colazione con lui a pane e lardo…è stato un attimo!!!
Ottima la Preziosa di tartufo con cuore di formaggio fresco su crema di alici del Calore… ormai tutti pescano nel Calore, urge fermo biologico ai fini del ripopolamento :D
Pane-pizza con farina integrale, broccolo e pomodori secchi. Ben assortiti gli ingredienti, con l’acidità del pomodoro secco a fare da contraltare alla dolcezza della farina integrale e del broccolo…anche se un’amalgama maggiore sarebbe stata preferibile.
Le nostre radici. E’ una zuppa con sette verdure selvatiche, quasi una rivisitazione della minestra maritata, con croccante di farina di mais, che nell’intenzione della chef vuole ricordare la “pizza ionna” che tradizionalmente l’accompagna.
E veniamo al piatto che valorizza il prodotto-principe di Paternopoli: L’aprilatico. Si tratta di lagane di segale con broccoli, pomodori secchi e crema d’aglio della Valle Ufita. Anche qui, ottimo l’equilibrio del piatto, ma solo quando si riesce a prendere insieme nel boccone, pomodori secchi , lagane e broccoli. A mio modesto avviso, occorrerebbe una maggiore omogeneità.
E fino a qui ci siamo deliziati con il Fiano di Avellino docg 2014 di Le Masciare, una piccola cantina di Paternopoli, che tra l’altro, fa anche un’ottima coda di volpe.
Andiamo di secondi: Le tradizioni. Coniglio in tempura con semi di lino e ragù di castagne, insalatina di broccoli e pomodori secchi. Ecco, siamo felici di ritrovare il coniglio, in un’epoca in cui, vuoi per l’animalismo esasperato, vuoi per la massificazione del gusto delle nuove generazioni, riesce oggettivamente difficile per i ristoratori proporre carni dal sapore particolare che fanno parte, appunto, della tradizione irpina. Brava Valentina!!!
Da qui in poi, si procede con un’aglianico Irpinia Campi Taurasini doc 2013 di Stefania Barbot, dalle vigne di Paterno poli, ma all’epoca imbottigliato a Cesinali. La frutta si “coglie” a piene mani, tannini per niente fastidiosi, anzi, direi quasi piacevoli … la bellissima freschezza lavora bene sulla sapidità del baccalà del piatto successivo : Salsa di ortiche, baccalà e lamelle di tartufo con olio di Ravece.
E siamo ai dolci.
Dolci e Dolcezze: essendo sotto carnevale non potevano mancare le chiacchiere. Buoni anche i Ravioli fritti con ripieno di ricotta al profumo di agrumi, Crostata con amarene, i biscottini alle nocciole e pan forte con frutta secca.
Certo non ho la presunzione di dare giudizi o di tirare conclusioni, ma posso dire di aver trovato la cucina di Valentina in ottima forma. Encomiabile la caparbietà di puntare sui grandi prodotti del territorio irpino, lodevole la non facile scelta di riproporre carni della tradizione, così come pure per la riscoperta della segale, un cereale di origini nordiche ormai nel dimenticatoio, ma che era molto usato soprattutto nelle zone più fredde dell’Irpinia e su terreni sciolti, per evidenti ragioni di precocità di raccolta.
Il Megaron
Via Neviera, 11
Paternopoli (Av)
Tel. e fax 0827.71588
Chiuso lunedì
Ferie variabili a settembre
www.ilmegaron.it
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