Pasticceria Savia a Catania
di Francesco Raguni
All’angolo tra Via Umberto e via Etnea, nel cuore pulsante di Catania, in quella zona che Federico De Roberto definì “Il salotto di Catania”, camminando, si potrà sempre percepire l’odore di arancini e di brioche calde così come si potrà spesso scorgere una lunga fila che, per poco, non arriva in strada. È qui che si trova “Savia”, una delle pasticcerie più antiche e rinomate della città.
Fondata nel lontano 1897 da Angelo ed Elisabetta Savia in quel di Piano di Nicosia, fu poi spostata al centro della città grazie ad Alfio e Carmelina Savia. Di recente, Savia è stata anche ristrutturata: è stata aperta una sala ad hoc per gli ospiti e sono stati rimodernati gli interni della parte già esistente.
Ma cosa offre la rinomata pasticceria catenese? In primis, la “tavola calda”. Il bancone centrale è sempre gremito di cartocciate (o fagottini), pizzette, cipolline, paté, e bolognesi.
Il pezzo forte, però, è rappresentato dall’arancino (o “arancinu” come riportano testualmente i cartellini dei prodotti esposti).
Savia offre ben sei gusti di arancino: il più classico è certamente l’arancino al ragù, segue poi quello al pistacchio (molto inflazionato e di tendenza), al burro (nelle sue varianti con e senza prosciutto), agli spinaci e alla catanese (con le melanzane fritte all’interno).
I sei tipi di arancini della pasticceria Savia
Scegliere tra questi è un arduo compito per un catanese. Di certo, se si vuole capire il perché della desinenza maschile del nome, si deve assolutamente provare l’arancino al ragù, dalla caratteristica forma conica, la cui punta, che rievoca il vulcano che veglia sulla città (l’Etna), giustifica la “o” finale.
Sulla sinistra spiccano invece gli elementi di pasticceria. Il cannolo di Savia, dalla ricotta artigianale, con la sua crosta è croccante e friabile, è uno dei migliori della città. Molto interessante è anche il “fazzoletto di ricotta”, un dolce composto da due lembi di pasta sfoglia che racchiudono, quasi a voler ricordare uno scrigno aperto, un cremoso cuore di ricotta. Degni di menzione sono anche i bignè: alla crema, al cioccolato, alla nocciola ed al pistacchio. La loro forma, leggermente irregolare, la loro glassa e la farcitura ne fanno un punto di forza del locale.
I cannoli e le brioche della Pasticceria Savia
A completare l’offerta dei dolci ci sono inoltre i diplomatici, i cestini alla frutta, i babà (sia con la panna che con la crema) e le paste di mandorla. Durante le festività agatine (che vanno dal 4 al 6 febbraio) la pasticceria offre inoltre la possibilità di acquistare le così dette “Olivette di Sant’Agata”, dei piccoli dolci, dal colore verde, fatti di pasta di zucchero.
Dulcis in fundo, il bancone di destra. Qui si trovano le granite. D’estate è più facile che vi sia una maggiore offerta di gusti alla frutta come gelsi e pesca. Sono sempre presenti invece, i must have del luogo: mandorla, caffè, cioccolato e pistacchio.
Ovviamente non possono mancare i gelati: tra i vari gusti spiccano ancora una volta mandorla e pistacchio, ma sono degni di menzione anche fragola e nocciola. Accanto alle granite ed i gelati ci sono le brioche. Seppur da Roma in su per brioche si intenda il classico croissant, a Catania si tratta di tutt’altro. La brioche (o “brioscia”) etnea è infatti un dolce dalla pasta soffice, imbrunita al punto giusto, che presenta al centro un rigonfiamento chiamato “tuppo” (o “coppola”). Questi ne è certamente la parte più bramata e può essere usato come accompagnamento o per la granita o per il gelato.
In definitiva, si può dire che all’interno di una singola “bottega” si può esplorare una vera e propria Costantinopoli di cibo, dove sapori e odori si fondono per lasciare totalmente assuefatto chi sceglie di perdersi tra i suoi banconi.
“A mio papà Mario, ricordo ancora quando da piccolo mi mettevi sul bancone per farmi mangiare la granita. Che il tuo ricordo possa vivere per sempre nelle mie parole”
Pasticceria Savia a Catania
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