di Marco Galetti
La ricetta della felicità non si trova in un grande piatto, ma la ricetta di un grande piatto può portare un po’ di felicità.
Recentemente ho degustato questo piatto DOCG a miglia marine zero, romagnolo al primo sguardo e al secondo assaggio, al primo mi sono emozionato, questa variante (diverse le versioni asciutte sul mercato e sulle carte delle vivande) dei passatelli alla romagnola non credo esistesse già e se diranno “noi li facevamo già” dirò cortesemente loro, avreste dovuto promuoverli…
Mentre il fermo pesca incombe sui vacanzieri da crema solare, imponendo loro pescato d’oltre Manica, si fa per dire e per non scongelare, le poche barche della piccola pesca locale possono operare…a cuore aperto vi racconto come si spiega la gioia per le piccole cose, seppur temporanea:
I famosi passatelli alla romagnola con parmigiano, pangrattato e, soprattutto, come vedremo, scorza di limone, (facili da preparare anche a casa) sono più conosciuti ed apprezzati nella versione in brodo ma trovano nuova linfa in modalità asciutta, se la scelta degli ingredienti, come stavolta, è stata fatta da un fufblogger con tanta romagna nel cuore e nei trascorsi, nonché da un volpone della padella che ben conosce il territorio e il suo mare, si gode alla grande, inspiegabile che qualcuno non ci abbia pensato prima, sia la versione ai frutti di mare che quella con funghi e prezzemolo, sono apprezzabili ma qui siamo in un altro pianeta, molto in alto davvero l’asticella per il salto di qualità del passatello.
Oltre ai passatelli, con aglio olio prezzemolo, peperoncino e qualche pomodorino (la base per una buona riuscita di un piatto di pasta col pesce) c’è solo (si fa per dire) pesce autoprodotto dal vicinissimo Adriatico, canocchie a pezzi per dar sapore (e che sapore) al sugo, la polpa delicata di piccole sogliole che non si sono nascoste abbastanza bene nella sabbia e le piccole e saporitissime, senza il rischio del gommoso (e senza l’accenno di un granello di sabbia), vongole dell’Adriatico, le stesse che in una semplice zuppetta mostrano i segni evidenti di un piatto intramontabile da gustare preferibilmente dopo il tramonto assieme a un bel calice di bollicine.
Ogni tanto capita, la quadratura del piatto, (anche se dentro non c’è un rombo) piccoli equilibri e il colpettino di genio (senza bisogno di preparare un piatto alla lampada) che in questo caso è la scorza (benedetta) del limone nei passatelli che invita ad un ultimo guizzo (un semplice carpiato con basso coefficiente di difficoltà) il rassicurante pesce del mare riccionese.
Il sorriso che invita alla gioia, nella famosa foto di Arturo Ghergo, è datato 1947, un piatto come quello della foto di apertura (degustato a Riccione al ristorante Dei Mille) risveglia quasi tutti i sensi, la ragazza ritratta in questa foto (si invita il baffo del Cilento a dimostrare la sua ampia conoscenza in materia) li risveglia tutti e non li lascia riposare un solo attimo
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