Pasquale Torrente Il Convento a Cetara
Piazza S. Francesco, 16
Tel. e fax 089.261039
www.alconvento.net
Ieri sera ha riaperto Al Convento di Cetara di Pasquale Torrente e il primo piatto servito è stato questo
La sala anni ’80 si è rinnovata, spazio alla cucina nella corte del vecchio convento. Spazio alla cucina per fare cosa? Per utilizzare i due ingredienti che segnano il successo del folletto della cucina italiana, da Lotta Continua alla cucina di Plaza Athenee di Ducasse dopo aver lavorato con Massimo Bottura alla inaugurazione del nuovo refettorio a Parigi.
Il segreto della sua cucina è nella gioia, l’ingrediente segreto dei piatti italiani che troppo spesso si perde nella rigidità di alcuni stellati, nelle musiche ansiogene delle gare di cucina in tv, nell’ego di cuochetti che si prendono troppo sul serio, nella perdita delle radici di tante proposte.
Pasquale Torrente invece ha fatto con la cucina la stessa cosa di Arbore con la musica napoletana: ha preso i grandi classici, le abitudini semplici, e le ha raccontate fuori da Cetara. Ed è così, nella assoluta leggerezza, assorbendo la lezione comunicativa di Enzo Ercolino, suo primo vate, e di Raffaele Vitale, ha sfondato.
Una sorta di Bertoldo gastronomico in salsa marinara, arguto, capace di scannerizzarti dopo cinque secondi e allo stesso tempo capace di nascondere quello che pensa dietro il sorriso della Sfinge, diciamo un po’ più accennato e sguaiato.
Il suo capolavoro si chiama Gaetano. Il figlio dal carattere opposto al suo, segno anche di un’altra epoca. Serio, preciso, tecnico, ma anche lui ironico e pungente. Ma, quel che più conta, bravissimo in cucina.
Così il nuovo Convento riassume la filosofia di questo successo: piatti semplici, ricchi di gioia, capaci di far parlare il mare di Cetara. Però attenzione, la voglia di semplicità non significa mai adagiarsi sulla banalità. Grande materia prima, non replicabile fuori dal territorio, ricette essenziali, buona carta dei vini e un menu degustazione che parte da 35 euro.
Questo è il Convento di Cetara che ambisce a restare trattoria. Oggi, del resto, la cucina d’avanguardia è ritorno alla tradizione ben eseguita, quella che per i ragazzi figli dei baby boomers è assoluta novità.
L’esperienza politica e la scuola del marciapiede hanno dato una marcia in più a Pasquale Torrente, facendolo uscire dal clima claustrofobico del paese dove invidie e gelosie restano anche dopo una pioggia di dobloni d’oro che seppellisce Cetara come la cenere del Vesuvio Pompei. Sangue saraceno, sangue greco, io più di te, io meglio di te, ora vi dico io la verità su Tizio e su Caio. E’ incredibile che fra tanto odio sordido e carsico nascano cucine di gioia capaci di attrarre visitatori anche nei periodi di crisi. Forse il successo di Cetara è una delle prove dell’esistenza di Dio che molti cercano.
Ma ora basta con queste stronzate. Godetevi questa batteria di piatti, perché ciascuno vale il viaggio.
CONCLUSIONI
Pasquale Torrente e Al Convento. La storia continua. Venire qui, spendere 40 euro circa, bere bene, stare svaccato sulla terrazza fino a tarda notte d’estate in attesa dei venticelli di terra che rinfrescano le pietre cotte dal sole. Venite qui, rilassatevi e godete di questa cucina semplice, allegra, sapiente. Perché lo slogan ormai è: e mò nun ce scassate cchiù ‘o caspito.
Ale!
Pasquale Torrente ristorante al Convento Cetara
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