di Andrea Docimo
La Focaccia a Fuorigrotta
“Forse vi sono momentini minuscolini di felicità, e sono quelli durante i quali si dimenticano le cose brutte. La felicità, signorina mia, è fatta di attimi di dimenticanza.”
L’altro giorno ero a Fuorigrotta, in compagnia di un caro amico: solita giornata di studio, di caldo torrido, con qualche grattacapo sorto in mattinata prima di scendere da casa cui dover far fronte. Ebbene, appropinquatomi a La Focaccia, uno dei miei luoghi-culto per gli spuntini universitari, notavo la presenza inaspettata di qualche parigina “di troppo” dietro il bancone. Il mio amico, nel frattempo, aveva già ordinato due tranci per entrambi…
“[…] È una parigina ripiena di genovese.”
Sorpresa. Questo è stato il primo sentimento provato.
Desiderio. Immediatamente successivo e perdurato fino al momento dell’acquisto del trancio di pizza.
Estraniazione. Suoni, immagini e odori esterni erano ormai assenti per la mia mente. Non più problemi, non più piccole, medie e grandi ansie.
Felicità. Il primo morso: ricco, voluttuoso, ammaliante. Orgasmico, si può dire?
Dopo è tornato tutto alla normalità: il mio cervello riusciva nuovamente ad acquisire e processare le parole del mio amico, così come gli altri stimoli provenienti dal mondo esterno.
Felicità: concetto-sentimento estemporaneo, durevole quanto un castello eretto sulla sabbia e soggetto ai condizionamenti esterni come pochi altri.
Oggi c’è, con tutto il carico di incertezze e rimuginazioni premonitorie di una sua certa e repentina dipartita, dipendente da variabili non note a noi comuni mortali; domani, invece, potrebbe esser già tramontata.
Così, le parole di Totò intervistato da Oriana Fallaci vanno ad attualizzare il “carpe diem, quam minimum credula postero” delle Odi oraziane ed il “Quant’è bella giovinezza, Che si fugge tuttavia! Chi vuol esser lieto, sia: di doman non v’è certezza” del De’ Medici.
Nulla è certo, nulla è immutabile: tanto vale godere appieno di quell’attimo di contatto con il trascendente.
Un fulmine a ciel sereno, che interrompe la vuota monotonia di un cielo terso, regalando un sussulto, un brivido lungo la schiena. Lo sguardo di una ragazza che volge all’amante quegli occhi tanto belli, quanto agognati, nei sogni veri e propri e in quelli lucidi. Tornare a mare dopo anni di assenza e ritrovare se stessi in un sole stanco, che ogni tanto necessita di riposo dietro il ciglio aguzzo di una scogliera a picco sul mare.
Possono essere momenti di felicità, questi.
La felicità dura quanto un morso: meglio che esso sia di pizza, allora.
La Focaccia a Fuorigrotta
Via Giulio Cesare 83, Napoli
Tel 081 625162
Sempre aperto, la domenica dalle 17
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