Parigi 2011, aria di Natale a Montmartre

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Montmartre, la Gioconda. Un binomio che  centriamo esattamente 30 anni dopo. Incredibile, proprio così: stesso mese, stessi giorni.
1981, era Breznev, il mondo diviso tra buoni e cattivi. Si tornava da Mosca e con un caro compagno trentino fummo ospiti di un partigiano rifugiato in Francia dopo il 1948.
Girai tutta la città a piedi, da mangiare solo crepes, niente altro.

Parigi mi prende, è l’unica città senza mare dove mi sento a mio agio. L’unica che riuscirei ad alternare a Napoli per lunghi periodi dell’anno. Spero di farlo, è nei miei progetti.
Ecco, 30 anni dopo i 24 di allora: quattro mesi a Mosca e uno a Parigi. Così funzionava in quell’epoca.

Oggi è Allonsanfan: hanno vinto i cattivi ma il mondo non è certo migliore, c’è solo più cattiveria e l’unica solidarietà possibile sembra quella del fanatismo religioso o quella esibita e finta da reality televisivo.
Poco male, ci sono i ristoranti, ora ho la maturità per goderli e la disponibilità per sedermi.
Meno fisarmoniche, ma a Montmartre lo spirito non sembra poi essere cambiato molto.
Vi regalo queste immagini del mio cuore, che forse non è grande ma sicuramente interessante.


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