Il bello della Campania è che è una regione dove non ci facciamo mancare niente. Per esempio avere una azienda che vince il titolo di cantina dell’anno al severissimo concorso di Vinitaly e non ritrovarla nel Padiglione Campania.
Già avete capito bene: non c’è lo stand per la cantina dell’anno. Eppure si tratta della Cantina Mazzella, viticultori di terza generazione a Ischia che nel 2018 vinse il titolo di bianco dell’anno allo stesso concorso. Primato poi riconfermato anche del 2019.
La cosa è saltata fuori quando abbiamo chiesto a Nicola Mazzella dove lo potevamo trovare per saggiare il suo vino. “Da nessuna parte, quest’anno non mi hanno assegnato lo stand e nessuno mi ha detto nulla. Avevo presentato la domanda e non ho avuto alcuna risposta, nè positiva e nè negativa”.
Due considerazioni da fare. La prima di natura politica, se ci fosse una regia precisa, una testa pensante, dietro la presenza della Campania al Vinitaly sicuramente si sarebbe preoccupata di non far mancare lo stand ad una azienda che la scorsa edizione era balzata agli onori della cronaca come fiore all’occhiello della viticultura campana.
Ma ormai da tempo abbiamo rinunciato a capire come funzionano questi meccanismi e dunque non ho spiegazione né individuazione di responsabilità.
La seconda rientra nel rapporto che ogni pubblica amministrazione, pagata con i nostri soldi, quelli delle tasse e quelli estorti estorti con le multe, deve avere con il cittadino. Se uno fa una domanda dovrebbe avere uno straccio di risposta. Si tratta di rispetto umano e sociale.
Un brutto episodio su cui spero che i vertici apicali di Regione e Camera di Commercio aprano almeno una indagine conoscitiva per capire chi, pagato con i nostri soldi, fa il proprio lavoro in maniera così sciatta e irresponsabile politicamente parlando.
Quando a Nicola Mazzella, non gli resta che vagabondare in Piazza Campania. E immaginiamo lo stupore dei giornalisti e dei buyer che verranno in Campania e non troveranno la Cantina dell’Anno.
Da Sì Impresa riceviamo e pubblichiamo
Gentile dottore,
in riferimento al suo articolo in merito all’esclusione delle Cantine Mazzella dal padiglione Campania della fiera Vinitaly 2019, e più precisamente dagli stand destinati alle aziende della provincia di Napoli, Le comunico che l’Azienda non ha mai inoltrato la propria adesione all’Avviso pubblico di selezione per la partecipazione alla Fiera, pubblicato, come ogni anno, sui siti istituzionali della Camera di Commercio di Napoli e di S.I. Impresa, azienda speciale dell’Ente camerale.
Pertanto la stessa non può ritenersi esclusa.
Le rappresento inoltre che l’Azienda di cui all’oggetto si è limitata alcuni mesi fa a rispondere esclusivamente ad un’indagine esplorativa dell’Ente camerale tesa ad “acquisire le manifestazioni di interesse per il Vinitaly finalizzate a identificare il numero delle aziende potenzialmente coinvolte e ad ottimizzare la partecipazione della Camera di Commercio di Napoli alla Fiera”.
Pertanto, posto che appare chiaro che questa Amministrazione non può essere ritenuta responsabile di alcunchè, La invito a correggere tempestivamente quanto erroneamente riportato.
Distinti saluti
L’Amministratore Unico
(dr. Gian Luigi De Gregorio)
Gentile dottor De Gregorio
Non avevo alcun dubbio che le carte stessero a posto e che, alla fine, la colpa è di chi è stato escluso.
Resta il dato politico di una azienda premiata, già l’anno scorso, che non ha avuto un suo spazio. Ed è un paradosso incredibile.
Probabilmente, chi zappa nei campi non conosce la differenza tra indagine esplorativa e domanda formale di adesione a bando pubblico. Molti non leggono le mail e non sanno quando vengono pubblicati i bandi su internet.
Io stesso, laureato in filosofia con il massimo dei voti e giornalista professionista da 30 anni, ho immense difficoltà a navigare tra i millemila cavilli burocratici degli enti pubblici e, talvolta, anche a decifrare il linguaggio con i continui riferimenti legislativi.
Sarebbe dunque opportuno che chi ha la responsabilità politica di assegnare gli spazi, oltre a stare a posto con le carte, riuscisse anche a garantire chi ha bisogno di essere seguito.
Ma mi rendo conto che questo è il sogno di uno stato che sia al servizio dei cittadini e non di cittadini servi della gleba di un moloch burocratico spaventoso che ormai nemmeno i politici riescono più a governare.
Tema che va al di là della sua persona e di chi ha lavorato per la spedizione Verona, sia ben chiaro. Io, che seguo questa manifestazione da 20 anni, credo che i guai siano iniziati con lo scioglimento dell’Ersac da parte dell’ex assessore Cozzolino. Per seguire la moda dello scioglimento degli enti inutili si smembrò l’unico ente che funzionava nella promozione e che aveva il know how della situazione con quadri altamente specializzati finiti poi negli uffici a passare carte. Parliamo di decine e decine di funzionari pubblici.
Noto però, con preoccupazione, che nel corso degli ultimi anni sono sempre più numerose le aziende di eccellenza vitivinicola campana che abbandonano il padiglione regionale.
Per quale motivo? Fossi in voi inizierei a preoccuparmi di questo dato, per non restare alla fine con un Padiglione privo di significato ma con le carte a posto.
Distinti Saluti
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