Paradiso Cetara, da pranzo a cena un pomeriggio chiusi in convento con Pasquale Strike Torrente

Pubblicato in: Eventi da raccontare

Piazza San Francesco 16
Tel. 089.261039
www.alconvento.net
Aperto sempre
Chiuso mercoledì, mai in estate
Entro i 40 euro

di Tommaso Esposito

E’ proprio così, da Cetara non vorresti mai andartene.
Anche di sera, dopo il tramonto di un sole bellissimo che ha lasciato dietro di sé una scia di calura primaverile.
Siamo invece alle soglie dell’inverno.
Ora poi, che Luciano è cittadino onorario di questo stupendo borgo di mare, insomma, è veramente complicato defilarsela scansando i saluti e le coccole, dal sindaco ai passanti.
E passiamo pure dalle parti del Convento.
Pasquale Torrente sta sull’uscio:
“Addò’ jate? Trasìte!”.
E ricomincia la festa.
Il tripudio.
Tra buoni vini da bere e cose magnifiche da mangiare.
In semplicità.
Come frati in un cenacolo, appunto.
Intorno al tavolo.

Nemmeno il tempo di sedersi e via: la ventresca di tonno cetarese rosea e beante tra i pomodorini di Corbara.

Emozionale, sapida e succulenta semplicemente per sua natura.
Champagne, infranciosiamoci va!
Egly-Ouriet Grand Cru V.P. 2005.

Pane di Altamura, grano duro pugliese, appena grigliato con burro dei Monti Lattari.

E le alici sottosale di Cetara. Olio sorrentino dolcissimo.

Un boccone divino.
Ancora Champagne.
Initial Gran Cru Brut Jacques Selosse 2006.

Va bene pure sulla lasagna di mammà appena uscita dalla cucina per salutare Pasquale e gli amici.

Ve bene ché questo pasticcio è freschissimo.
Non c’è il ragù, ma soltanto pummarola e poi il fiordilatte, la provola, la ricotta.
E ancora la ricotta salata affumicata grattugiata.

La carne è un orpello.
Se mette scuorno ‘ e sta ‘mmiezo.
Sapete cos’è? Chiede Pasquale.

E’ guancia di vitello cotta come sa fare lui nella colatura di alici di Cetara.
Un’anteprima da saggiare ancora, lui dice.

Ma l’assaggio decreta che è pronta.
Sarà la sfida sudista e tirrenica al padano bollito.
Merita un vecchio amore di Luciano: 2001 la Falanghina di Libero Rillo Fontana Vecchia.

Nettare ancora vivo e prezioso.
Piccola pausa caciosa: blu di capra e pecorino.

Toscani, due casari complici del Convento.
Da bis, ter, quater e pure quinquies.
Romualdo annuisce.
Intanto Pasquale armeggia tra la dispensa e il banco.

Esce ‘o mussillo sarnese.
Filetto di baccalà acconciato da Dio.

Olio, olio piccante e accio, cioè sedano.
In cucina preparano gli spaghetti con la colatura di alici.
Gira e rigira gli spaghetti Luciano, mentre brillano gli occhi e sfrigolano le papille di Pasquale.

Questo piatto veramente è un grande piatto.
Standing ovation.

Chapeau a champagne finito.
Nessun problema.
C’è il Greco di Tufo Cantine dell’Angelo 2009.

Eh no, eh!
Stasera non si finisce senza l’assaggio della pizza con i corbarini e le alici.

Salernitana, non napoletana.
Ma è buona lo stesso.
Anzi fa scuola.
Fiano Colli di Salerno di Mila Vuolo 2009 conclude.

E l’ altra festa, quella vera della nuova colatura, deve ancora cominciare.

Photo by Tommaso Esposito


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