Via San Pietro
Sempre aperto da maggio fino al 15 settembre
tel. 090.983150 – 983176fax 090.983649
www.hotelpiazza.it
Terrazza a picco sull’azzurro delle Eolie, mare e cielo fusi nella linea dell’orizzonte spezzata solo dagli scogli di Lisca nera e Lisca bianca. A Panarea Lydia Cincotta e suo marito Achille Omero hanno vinto l’ultima scommessa: puntando tutto sul recupero della tradizione isolana più genuina, si sono affidati a uno chef giovane ma già di rango come Giovanni Serano, “maestro di casa” che dopo aver maturato una sapiente esperienza all’estero (Washington, Parigi e Berlino) ha deciso di puntare la prua verso i lidi domestici ed oggi dirige con mano ferma il ristorante “La Piazza”. Scommessa senza azzardo, quella che oggi fa vivere a questa incantevole struttura incastonata tra la roccia vulcanica e una macchia fatta di ibiscus e gelsomini un meritato momento di gloria. Menu ricco, all’insegna della fusione – equilibrata e senza sbavature – di antico e moderno, capace di conquistare al primo assaggio (ottimi gli antipasti, con i carpacci di tonno all’olio tartufato o di spada in dressing di soia). Qui è ovviamente il pescato – sempre freschissimo e rigorosamente locale – a farla da padrone anche nei primi. Così, oltre alle linguine all’astice, il palato scopre la leggerezza dei tagliolini con scampi, delle bavette ai ricci di mare e delle linguine al nero di seppia. Una menzione a parte meritano le zuppe di pesce: in versione tradizionale – scorfano, totani, frutti di mare e coccio ingentiliti dai “datterini”, pomodorini piccoli e dolcissimi; o in versione maghrebina, con la riscoperta di un pesce a luno e a torto considerato di seconda classe, la musdena, accompagnata da un cous cous leggerissimo. Meritano menzione però anche i primi di terra, due su tutti: i fagottini di pasta strudel ripieni di ricotta e piselli, gratinati al forno, e gli gnocchetti di ricotta e melanzane. Come in un crescendo, la sinfonia prosegue con i secondi: oltre al pesce fresco del giorno, il menu propone l’immancabile ricciola in umido o i tenerissimi totani grigliati, oltre ai gamberi mollicati e gratinati e, ovviamente, al pesce spada cotto sulla brace. Ottima selezione di formaggi locali e squisita anche la selezione di dessert: su tutti però spicca il semifreddo al basilico (che Giovanni ovviamente coltiva in proprio sui terrazzamenti dell’hotel) con croccantino di mandorle, un piatto che diventa un delitto non accompagnare con un bicchiere di malvasia isolana. Una grande esperienza dei sensi, insomma, quella che questo elegante ristorante riesce a regalarti, grazie al team che affianca il “maestro di casa” Sorano: con lui, ai fornelli, due giovanissimi – Daniele Ballarino e Francesco Marino – che vanno tenuti d’occhio come interessanti promesse per un futuro non lontano. Buona carta di vini siciliani ricca di curiosità.
Giuseppe Crimaldi
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