Via Nuova Sarno 390
Tel. 081 5106158 – 340 4785133
www.alberolungo.it
Aperto la sera, domenica e festivi a pranzo
Chiuso lunedì, domenica sera
Un pasto completo dai 25 ai 30 euro senza vino
di Tommaso Esposito
Ecco, doveva essere un semplice brunch di lavoro tra gli Accademici Italiani della Cucina nolana per organizzare il convegno su Ruperto o Mestre Robert da Nola, il famoso cuoco rinascimentale.
E invece è stata una bella occasione per conoscere un altro giovane cuoco, garbato e discreto quanto di talento, in quest’angolo della provincia dove c’è anche Pietro Parisi.
Luigi Carbone ha 32 anni. Esperienze in giro qua e là, ma soprattutto come sous chef al Foro dei Baroni di Puglianello con Raffaele D’Addio.
Ora è in questo locale carino che si candida a bistrot, trattoria gourmet e pizzeria di tendenza.
Si fa la pizza nel ruoto preparata dallo chef da lunga lievitazione e con materie prime di nicchia. Alla Simone Padoan per intenderci.
Camillo Di Palma e sua moglie Gilda, che scommettono su Alberolungo, dal 2004 dicono che tira soprattutto tra i giovani.
A pranzo il forno è spento e allora si tornerà per gustare e vedere. Ah Alberolungo è l’albero di gelso e pure il loro soprannome.
Intanto il pane che è buono dà l’occasione di sorseggiare Forgiato di Enzo Ambrosio Lacryma Christi Villa Dora 2001. Andrà a tutto pasto.
Poi il Pancotto di cime di rapa su crema di sedano rapa, crema di salsiccia e rafano croccante.
E’ l’antipasto riuscito per equilibrio e contrasto dei sapori e delle consistenze. Appena amare le cime di broccolo addolcite dalla mollica di pane ribollita e dalla crosticina di fiordilatte gratinata. Fluente la crema di salsiccia e simpatico il chip di rafano con il suo sapore piccante.
Per primo la lasagna al forno a mo’ dei Palmesi.
Si fa con sugo leggero di polpa di San Marzano e si farcisce con ricotta e uova sode. Così resta fresca, scattante e per nulla stucchevole; è golosa quanto basta. Bella.
Un salto in cucina tra i fornelli. Si stanno preparando i tagliolini di pasta all’uovo ai frutti di mare e vellutata di asparago.
Buoni e belli. Fatti a mano con solo tuorlo e farina. La julienne di seppie e la vellutata di asparagi al fondo si contrastano, ma giocano di squadra.
Questo piatto con dei bei vermicelli avrebbe furoreggiato. Lo confesso non amo la pasta all’uovo, sono fino in fondo un terrone mangiamaccheroni.
Ecco la Carne alla pizzaiola.
Si fa per dire. Il pezzo di carne scelto è tra i più difficili da trattare: ‘a ponta o ‘a coperta ‘e costata, cioè il muscolo che ricopre il torace della scottona. Con questo pezzo si può fare soltanto un buon brodo di sostanza.
E invece il cuoco a bassa temperatura, tomo tomo ne ha fatto un boccone tenerissimo, umoroso e saporito.
L’accompagna una concassè di pommarolelle saltate in padella, un piccolo gattò e un ristretto di soia. Ecco Puglianello che aleggia.
Poi il dessert. Complesso e autunnale.
Millefoglie di castagna con il suo sufflè, gelato al cocco, gelato allo zenzero e yogurt e salsa di frutti di bosco.
Equilibratissimo. La crostatina è al limone, il gelato al cocco è un non gelato. Rappreso e sifonato ha consistenza elastica molto interessante al palato. Bel dessert di grande modernità.
Ops, per fare le foto non riesco a gustare il sorbetto di limone che sovrastava la macedonia di frutta di stagione.
Si tornerà per la pizza e per l’agrume in gelato fujuto, fuggito.
Sarà un pretesto per frugare tra la carta e scendere in cantina.
Che è ricca e promettente.
Bravi Camillo e Gilda.
E Buona fortuna
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