di Gianmarco Nulli Gennari
Il mito vuole che i Barolo più ostici, ricchi di alcool e di tannino, scorbutici in gioventù, siano quelli che provengono dal Comune di Serralunga d’Alba. Ma come tutti i miti, esso è destinato (almeno in parte) a essere smentito dalla prova dei fatti. È solo una delle suggestioni che derivano dall’assaggio dei vini dell’azienda Palladino, durante una bella serata alla Taverna Portuense di Roma.
Ci troviamo alle prese con una cantina storica: tanto per capirci, nella sua sede al centro del paese, in piazza Cappellano, dal farmacista omonimo fu inventata la formula del Barolo Chinato. Una targa di pietra, nel muro esterno dell’edificio, riporta l’anno 1870. Poco più di un secolo dopo, nel 1974, la famiglia Palladino rilevò la proprietà e dopo quattro anni uscirono le prime etichette. Nei locali della vecchia cantina, come simbolo di un legame mai dimenticato con la tradizione, è stato allestito un piccolo museo di antichi attrezzi agricoli. Anche lo stile è tradizionale ma con misura: le selezioni più importanti, dopo una macerazione di circa tre settimane, vengono affinate prima in botte grande e poi in legno piccolo, barrique francesi e portoghesi per metà nuove e per metà di secondo passaggio. Il terreno è quello argilloso-calcareo tipico del terroir di Serralunga.
Ma veniamo agli assaggi, abbinati ai sapidi piatti della Taverna: supplì cacio e pepe, carpaccio con salsa tonnata, originali agnolotti all’amatriciana e il classico brasato al Barolo.
Barbera d’Alba Bricco delle Olive 2011: succosissima, estremamente varietale e territoriale, di bella personalità, gastronomica. Bella nota floreale al naso, tannino setoso e impalpabile, fresca e speziata. 87.
Barolo Parafada 2009: olfatto molto espressivo, aperto, ancora fiori freschi (rosa), sottobosco, frutti rossi (lamponi e ciliegie), erbe aromatiche. In bocca è di grande eleganza, sapido e già in beva. Non fosse diventato ormai un luogo comune, si direbbe che allude alla Borgogna e “pinotteggia”. Un po’ snello ma fresco e salato, una delizia. Un tipo di Barolo già disponibile, di buona persistenza, da non attendere per decenni. 90.
Barolo Ornato 2009: qui torniamo su un modello più classico di Barolo serralunghino: macchia mediterranea, arancia essiccata, minerale e balsamico (menta e liquirizia). Il tannino è ancora lì a mordere il palato, c’è tanta materia vibrante ma anche equilibrio, la spina acida garantisce la bevibilità; la chiusura è davvero lunga con ricordi di grafite e agrumi. 93.
Barolo Parafada 2007: ancora menta, uno sbuffo di cipria, spezie e ciliegia. Molto succoso in bocca, armonioso, un po’ di calore e di evoluzione, pronto; finale di discreto allungo su note floreali e di sottobosco. 88.
Barolo Riserva S. Bernardo 2008: fa 15° e un po’ si fa sentire, humus, un ricordo di tartufo, prugna matura; ma il sorso è appagante, ricco e di buona dinamica, il tannino è in primo piano, un po’ asciutto ma destinato a sciogliersi; la PAI è di prima categoria. 90.
Barolo Riserva S.Bernardo 2006: terragno, note di tostatura, frutta secca, caramello, goudron; il tannino è vigoroso, saporito, evoca inequivocabilmente il nebbiolo e il terroir di provenienza; scie balsamiche, di liquirizia e tabacco in persistenza. 92.
E per finire, una chicca dalla riserva aziendale. Barolo Vigna Broglio 1996: buccia d’agrume, spezie orientali, coniuga potenza ed eleganza, il tannino è ancora vivo e fresco, cremoso, il finale è segnato da note di chinotto e rabarbaro. Paga solo un certo cedimento nel bicchiere dopo mezzora. 88.
Azienda Vinicola Palladino ha sede in P.zza Cappellano 9 – 12050 Serralunga d’Alba (CN) Tel. 0173.613108 Fax 0173.613448 www.palladinovini.com info@palladinovini.com
Foto tratte dal sito aziendale
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