Benedetto Biondo è quel che si dice un personaggio. Erede di una famiglia di ristoratori arrivati alla quinta generazione, tanto mestiere, sempre in equilibrio tra servizio e affabulazione. Appassionato della sua terra e soprattutto del suo mare. Prima di farvi accomodare al tavolo invita a visitare la sua cantina, dove colleziona bottiglie ma anche ceramiche molto belle, come quelle antiche recuperate per la base di un tavolo meraviglioso.
Siamo a pochi metri dal Politeama, in pieno centro. Accanto, sempre in via Carducci ma in un altro locale, c’è la pizzeria con i tavoli apparecchiati fuori nella bella stagione.
L’ambiente si presenta con l’accoglienza tipica delle trattorie, con un ingresso colorato come un carretto siciliano, e poi foto, vasi e piatti che riempiono le pareti delle sale. La cucina è a vista.
Qui si trovano i piatti tradizionali che nei secoli hanno mantenuto l’influenza araba, a cominciare dall’agrodolce ma anche la ricchezza e complessità della cucina dei monzù. Il tutto incorniciato da verdura e frutta a profusione, esposta e infilata in ogni piatto, esuberante ed esorbitante. La cucina siciliana custodita dal suolo vulcanico e dal sole onnipresente che trasformano gusto e colori. Qui anche il dolce può essere aggressivo, forte, senza mezze misure.
I bucatini con le sarde, i pinoli, le mandorle, l’uva passolina e il finocchietto sono di effetto e di sapore così come i tripolini all’acciuga rossa (le anciove, sono grosse e carnose: in questa ricetta diventano rosse con l’aggiunta di concentrato di pomodoro).
Frittura di paranza ben eseguita, tonno e pesce spada con pomodorini, olive e capperi da manuale. Melanzane utilizzate ovunque in mille modi, e, più in generale tanti contorni da scegliere al buffet delle verdure: qui anche i vegetariani trovano il loro bel dafare.
In carta trovate la misticanza di gamberi e scampi, i ravioli di cernia, il caciocavallo all’argentiera, dell’ottima bottarga, i tipici antipasti siciliani assortiti; i busiati con spada e tonno, gli agnolotti ai carciofi, fettucce agli scampi e gamberi ma anche piatti di carne come le pappardelle al cinghiale delle Madonie, lo stinco di maiale al forno. Il servizio, veloce, più che navigato e molto cortese segue l’ospite con la giusta attenzione.
Cordialità, chiacchiere a profusione e un conto medio sui 50 euro. Uscirete con la sensazione di aver guadagnato un altro pezzo importante nella scoperta della città. Forse un’altra sfoglia della cipolla, per dirla con Roberto Alajmo.
Virginia Di Falco
Trattoria Biondo
Via G. Carducci, 15
Tel. 091.583662
Aperti a pranzo e a cena
Chiuso: il mercoledi
trattoriabiondo.pa@virgilio.it
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