BIONDI
Uva: nerello mascalese e nerello cappuccio
Fascia di prezzo: da 15 a 20 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno
A Trecastagni, quando il sole non è ancora alto e il caldo mortale, ci aspetta Manfredi Cattaneo.
Suo zio, Ciro Biondi, si è raccomandato perché ci porti nelle vigne e lui, biondo e smilzo poco più che ventenne, voce dolce e cadenza catanese divisa tra la storia della azienda e la passione per il calcio, ci scarrozza verso il Monte Ilice dove Verga ambientò la sua Storia di una Capinera.
Un muro di vigna di due ettari sul versante est spaccati nel cuore da una funivia, quando arriviamo, si erge davanti. Le viti ad alberello sono ancorate a tutori di castagno alti due metri, saremo intorno agli 8.000 ceppi per ettaro; piante vecchie circa 40 anni che salgono dai settecento metri dove stiamo ai novecento dove mai arriveremo. Ci proviamo, ci abbiamo provato nel tentativo di godere anche della vista che immaginiamo essere di bellezza stupefacente lassù, ma non ci sono terrazzamenti, la vigna sale severa con una pendenza media del 50%, in alcuni punti siamo quasi carponi, la macchina fotografica sbatte sulla terra nera e non fa caldo: si annaspa. Rinunciamo guardando e fantasticando sulla funivia che per trecento metri sale carica di attrezzi, per poi ridiscendere con le uve raccolte in cima durante la vendemmia. Lavoro solo manuale, nessuna macchina che t’aiuta tolta la funivia, ma chi glielo fa fare?
L’Azienda Vinicola Biondi nasce alla fine del 1800 raggiungendo, a cavallo tra le due grandi guerre il suo periodo migliore. Nei primi anni del novecento entra in società con un altro produttore, Lanzafame e con il nuovo marchio, la Biondi e Lanzafame otterrà numerosi riconoscimenti alle fiere d’Italia e d’Europa e i suoi vini verranno esportati finanche negli Stati Uniti. Dopo il secondo conflitto mondiale vedrà il suo declino. Ciro Biondi, da qualche anno ha riportato in auge questa storica azienda. Il suo Outis 2004, da uve nerello mascalese e nerello cappuccio con una piccola, probabile, percentuale di vitigni locali forse sconosciuti, è, se non il più bello, volendoci noi cullare nel dubbio, sicuramente tra i migliori rossi etnei mai assaggiati. Vi contribuiscono anche le uve provenienti dalle vigne Cisterna, Chianta e San Nicolò, a Ronzini, esposte ad est le prime due, ad Ovest la seconda, coltivate ad alberello a settecento metri d’altezza su piccoli terrazzamenti; vigne dove è possibile trovare anche qualche vecchio palmento scampato alla rovina dell’oblio e del malinconico tempo che passa, segno di un’antica cultura rurale.
L’ultimo vigneto di Carpene è adagiato su di una collina a sette, ottocento metri d’altitudine. Oltre i due nerello per l’Outis, vi troviamo il carricante, la minella ed altre varietà locali a bacca bianca che contribuiscono alla realizzazione di un vino bianco gradevole.
Già la veste identifica Nessuno, Outis, appunto: rubino di eleganti e sensuali trasparenze. Il naso è di rara profondità e naturalezza, sa di minerale, grafite e di animale. Si fa spazio una ciliegia, sentori di terriccio e spezie, orientali sembrano, poi delle note d’agrumi e mediterranee. Il palato è succoso al suo ingresso, di bella stoffa, leggiadro e di buona ampiezza, di ottima freschezza e dal tannino Michelangiolesco: perfettamente cesellato.
Da uve vinificate in rosso con lunga macerazione, affinato in caratelli di 225 litri dove rimane, a seconda dell’annata, un anno e più. Sembra una favola: i signori della corte, Nobraino
Sede a Trecastagni. Corso Sicilia 20. Tel.392.8191538 www.vinibiondi.it c.biondi@vinibiondi.it Enologo: Salvo Foti. Ettari: 6 di proprietà . Bottiglie prodotte: 25.000. Vitigni: nerello mascalese, nerello cappuccio, carricante, minella, altri locali.
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