di Roberto Giuliani
Se c’è una provincia nel Lazio che merita assolutamente di essere visitata, questa è Viterbo, il suo centro storico è uno dei più affascinanti e ricchi di storia di tutta la regione, se poi avete la fortuna di capitarvi il 3 settembre, potrete assistere ad uno straordinario evento: il trasporto della Macchina di Santa Rosa, un enorme baldacchino con in cima la statua della santa, patrono della città, che viene sostenuto da ben 120 “facchini di Santa Rosa” lungo un percorso che attraversa le piazze e le vie principali, fino alla sua deposizione presso il Santuario di Santa Rosa (circa 1200 metri). Oggi la struttura è completamente rinnovata, opera dell’architetto Raffaele Ascenzi, realizzata con vetroresina e metalli leggeri, ciò nonostante pesa la bellezza di 51 tonnellate ed è alta quasi 30 metri. Certamente un’impresa titanica per i “facchini”, che in alcune vie particolarmente strette, sono costretti a ridursi ad un’ottantina di persone.
Ma Viterbo è anche gastronomia, cultura alimentare, è quindi giusto scoprire i locali più interessanti e meritevoli di attenzione, come l’Osteria Tredici Gradi (3DC Gradi) in piazza Don Mario Gargiuli, rinnovata appena due mesi fa, con tavoli e sedie colorati e un ambiente accogliente con due sale interne e una parte all’aperto.
Nata 9 anni fa, oggi è gestita da un gruppo di soci: Fabiana, Angelo, Luca, Antonio, Francesca e Jennifer, in cucina è Angelo Ricci a dettare le regole, proviene dalla stellata Trota di Rivodutri, non gli mancano quindi inventiva e ottima capacità di lavorare le diverse materie prime. La cucina di Antonio è un connubio di tradizione, fantasia e idee originali, ma sempre tenendo conto della tipologia di locale in cui si lavora.
Ho avuto modo di apprezzare come antipasto il “pacchetto con prosciutto e fichi”, fatto con pasta fillo, prosciutto, fichi, mandorle e riduzione di vino rosso, croccante al punto giusto e dai sapori molto equilibrati.
Ben eseguiti gli spaghetti con polpo, un piatto composto da pochi ingredienti ma tutti di ottima qualità, a partire dal pomodoro utilizzato, condito con prezzemolo aglio e spuma al vino bianco.
Il menu offre varie possibilità, si può puntare al pesce oppure ai piatti di terra, io ho optato per il “Persico Reale del Lago di Bolsena in crosta di zucchine” (con albume d’uovo, aglio, aceto e menta) accompagnato da coulis di zucchine alla scapece, portata gustosa e ben dosata nei vari ingredienti.
Anche il “Baccalà alla piazzaiola” si è rivelato un piatto ben congegnato, salato al punto giusto e condito con un sugo di pomodoro fresco piacevolissimo.
Infine, fra i vari dolci proposti, ho apprezzato la “Crostata con marmellata di visciole e scaglie di mandorle” e la “Crostata con crema di ricotta”. Da sottolineare che la filosofia aziendale è quella di valorizzare prima di tutto le materie prime del territorio e di puntare ad una qualità sempre alta, non a caso si possono trovare numerosi prodotti presidi Slow Food.
La carta dei vini è adeguata, con ampio spazio alle aziende locali e regionali, per poi concedersi un excursus sulle altre regioni italiane. La scelta è caduta sull’ottimo grechetto “Poggio Triale” 2015 di Tenuta La Pazzaglia di Castiglione in Teverina, da tempo passata di proprietà alla famiglia Verdecchia.
Prezzi più che corretti, sia dei vini che dei piatti, si può mangiare con una trentina di euro a testa vino escluso.
Osteria Tredici Gradi
Piazza Don Mario Gargiuli, 11 Viterbo
Tel. 0761 305596
Chiuso il lunedì in inverno, la domenica in estate; aperto a pranzo e a cena.
Dai un'occhiata anche a:
- Ristorante Arnolfo a Colle di Val d’Elsa e la cucina di Gaetano Trovato
- Umbria, La Cucina di Alice di San Pietro a Pettine, mangiare in tartufaia
- Quarant’anni di Madonnina del Pescatore, Moreno Cedroni da Venezia a Pechino come Marco Polo
- Ristorante Terra a Palazzo Tirso MGallery e la cucina di Alessio Signorino a Cagliari
- Roma, ProLoco DOL di Vincenzo Mancino a Centocelle
- L’Osteria dell’Orologio a Fiumicino: l’incanto del mare a tavola. La cucina di Marco Claroni
- Roma, Supplizio di Arcangelo Dandini a piazza Fiume è anche osteria
- Villa Maiella a Guardiagrele, a tavola dalla famiglia Tinari