di Marco Contursi
Ci sono due cose in cui credo molto e le condivido con Chi mi legge, magari vi tornano utili :
1) Quando sei triste, torna in un luogo in cui sei stato felice, avrà sempre un po’ di gioia da donarti. Certi posti sono accumulatori di felicità e te la restituiscono un po’ alla volta, ogni volta che torni.
Osteria Rispoli a Pogerola, qui sono stato felice, in coppia, con amici, da solo. Lo sono stato, finanche, al solo ricordarmi di alcune cene.
2) Porta la persona che ami in un posto che, conosci e che ti conosce, affinchè le racconti, quello che, di te, non sei riuscito a dirle. E da come lo vive, capirai, anche tu, tanto, di lei.
Osteria Rispoli a Pogerola, non è per tutti. Chi ha un animo tormentato o semplicemente, un atteggiamento snob da conte di sta cippa o principessina sul pisello, girasse alla larga. Semplicemente, non fa per Voi.
Osteria Rispoli a Pogerola, martedi 16 febbraio 2021, a pranzo, da solo.
Marina non c’è più. Ora è in Paradiso. C’è però Enza, la sorella, nonché “socia” nella gestione dell’osteria per oltre 50 anni, lei in cucina, Marina in sala. E c’è Maria, nipote di Enza e Marina, una bella donna che dimostra 10 anni in meno di quelli che mi dirà avere. Gentile, attenta, non me ne voglia, ma mi mancano da morire i modi burberi della zia.
Pogerola è una frazione di Amalfi, vicoli e vicoletti, pittoreschi e stretti, ma così stretti, che i muratori usano i muli per trasportare quanto serve al loro lavoro.
L’osteria è lì, a due passi dalla chiesa, dal 1947, quando, Luigi, il papà delle “Signorine”, l’aprì, con la moglie. Fino a qualche anno fa, era pure salumeria. Varco, oggi, la soglia e mi assalgono i ricordi.
La prima cena, un 19 marzo, forse del 2002. Quante volte sono tornato, neanche me lo ricordo, da solo, con amici, con chi credevo fosse l’Amore. Una sera con un amico e due ragazze, mi toccò spazzolare, tutta io, una zuppa di pesce che avevo prenotato per quattro, perché troppo spinosa per signorine abituate ad anelli di calamari e tartarre. Poco male, segno della croce e tovagliolo al collo….mi consolai. E quella volta che da solo, cenai con due turisti del nord, appena conosciuti, stupiti dalla frittura di Enza e da un conto totale, inferiore a due pizze e due birre a Milano centro.
Vabbè, veniamo ad oggi.
Enza c’è, mancano i clienti, tra pandemia e frana giù ad Amalfi, l’è dura andare avanti. Ma Enza resiste, di andare in pensione non se ne parla, “Marina ci teneva tanto, e poi, che faccio a casa?”. 72 anni e non sentirli.
Oggi è Carnevale e la lasagna non manca, buona, come pure le alici imbottite di provola (ottime) e le cotolette di melanzane, saporitissime e mai unte, la cui bontà fa soprassedere sul fatto che non è la stagione dell’ortaggio.
Il vino, un bianco sfuso della zona, piacevole. Pane fresco, e non è scontato, in posti ben più blasonati. Torta alle pere pennate, fatta in casa, e delle cose fatte in casa, ha il buon sapore.
D’obbligo, il limoncello. Conto modesto (25 euro) e due chiacchiere con Enza, ricordando 20 anni di frequentazione mia a questa tavola. Poi due passi, verso la chiesa della Madonna delle Grazie, mentre qualcuno (la Strega cattiva?) ha messo una mela a rinfrescarsi sotto la fontana, e si è allontanato. Ma io non sono Biancaneve e soprattutto non mangio frutta dopo i pasti e quindi la lascio lì, dopo aver pensato, per un attimo, di papparmela. Aveva una bella faccia.
Ora ascoltatemi, ma bene: Venite qui, adesso, senza caos e senza traffico, per vivere un’osteria verace, uscita dalle nebbie del tempo, con tutti i pregi e qualche difetto, di un locale “come fosse casa delle zie”, che però si fa perdonare con facilità quando hai dinanzi quelle alici imbottite. Prenotate, sempre, almeno il giorno prima, meglio due, e chiedete ad Enza di prepararvi quello che vi piace, ma non fatela ammattire, stesso piatto per tutto il tavolo, ad esempio, siete 4, prenotate 4 lasagne. E’ sola in cucina e va capita. Il mio consiglio? Prenotate, in questo periodo, proprio una ricca lasagna e una frittura mista, calamari, gamberi ma anche alici, triglie e quello che di fresco Enza trova. Alici imbottite e cotolette di melanzane ci sono quasi sempre. Vedete se vi fa i crocchè. Molto apprezzata pure la genovese, mentre a me piacciono gli scialatielli (ma sono molto piu larghi dell’usuale) alla siciliana (sì, non è stagione delle melanzane…lo so, ma amen). Io proverei a chiedere ad Enza, se vi prepara pure la pastiera (dolce) o le zeppole. Se non ha tempo, ci sono i dolci di una valida pasticceria locale (ricotta e pere, delizia al limone, ecc.).
Venite per stare bene, senza fare gli speziali, ossia i Raspelli de noatri. Qui si viene per mangiare, bere, rilassarsi. Punto. E vivere una ristorazione che non esiste quasi più. Ma che è una esperienza, bella ed arricchente, conoscere, prima che scompaia del tutto.
E prima di andare via, dopo un conto di 20-25 euro, salutatemi Enza e Maria. E mandate da parte mia un bacio a Marina, la cui foto sorridente fa bella mostra alla parete. Sono sicuro che lo riceverà questo bacio. E che non è neanche troppo lontana, perché quando vivi, con passione ed amore, un posto, ne diventi parte viva, pure se non ci sei più.
E questo vale anche per me.
Infatti, un pezzetto del mio cuore, è sempre qui.
Con Enza e Marina.
Trattoria Da Rispoli
Via Riulo, Pogerola, 3, 84011 Amalfi (Sa)
tel 089 830080
chiuso mercoledi – conto 20/25 euro
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