di Virginia Di Falco
La Bitta a Venezia, 28 posti 28 per una storica osteria nel sestiere di Dorsoduro (pare addirittura abbia 500 anni) conosciuta per il menù di sola carne.
Due micro salette con un cortile esterno aperto solo d’estate, colori caldi, tavolini piccoli e ravvicinati come in un bistrot, boiserie e sedie d’antan in legno scuro, vecchie stampe alle pareti. Ma, soprattutto, un’atmosfera accogliente, con i due gestori, Debora e Marcellino che lavorano come matti perché tutto funzioni, a partire dal doppio turno (quindi prenotazione e puntualità tassative).
Instradati da guide tascabili o dal passaparola, i turisti che cercano una cucina non marinara con piatti semplici e un’idea di genuinità sempre più rara in una città come Venezia, escono (e ritornano) soddisfatti.
Il menu, scritto a mano, cambia ogni giorno, esposto fuori e presentato al tavolo su un leggìo: una pagina una, con tre scelte per ogni portata, dove i classici della tradizione veneta si alternano a piatti un po’ più nuovi.
Tra gli antipasti, porchetta trevisana con salsa al rafano, carpaccio di manzo affumicato oppure dei teneri e dolcissimi fondi di carciofo ben insaporiti e rinvigoriti da una fonduta di Frant, formaggio di malga di recupero, oggi anche Presidio Slow Food.
Tra i primi, di pasta fresca, tagliatelle con salsiccia e radicchio, gnocchi con gorgonzola e rape rosse e una confortevole zuppa di ceci e bieta.
La specialità del posto, lo dicevamo, sono però i piatti di carne.
Ben eseguito il classico fegato di vitello alla veneziana, tenero e umido il giusto, con cipolle dolcissime e scioglievoli. Costolette di agnello succulente, profumate al timo e un gradevole maiale alle prugne.
Il cestino del pane con i grissini costa 2 euro a persona (comprensivo di coperto) e viene cortesemente rifornito senza aggiungerne il costo; sia la mescita che la carta dei vini sono attente alle piccole aziende, soprattutto del Triveneto.
Si chiude con una selezione di formaggi serviti con miele e mostarde oppure con dolci casalinghi, come un buon tiramisù, panna cotta o torta di mele.
Insomma la Bitta, con la sua cucina schietta e senza fronzoli attenta alle buone materie prime regionali, un servizio informale di genuina cortesia, e un’atmosfera rilassata con un conto medio che si assesta sui 35-40 euro, invita senz’altro a tornare.
LA BITTA
Calle lunga de San Barnaba – Dorsoduro, 2753
Tel. 041.5230531
Aperto solo la sera
Chiuso la domenica.
Non si accettano carte di credito
Dai un'occhiata anche a:
- 5 motivi per cui l’Osteria Francescana di Massimo Bottura resta l’avanguardia Italiana anche nel nuovo menu 2024
- Clinica Gastronomica Arnaldo è la stella Michelin più longeva d’Italia, dal 1959
- Venissa: la magia del Wine Resort a Venezia
- Magorabin e l’anima snobpop di Torino
- La cucina molecolare classica di Ettore Bocchia al Mistral di Villa Serbelloni. E’ ancora magia sul Lago di Como
- Un angolo di Campania in Langa: la cucina mediterranea di Luca la Peccerella all’Orangerie di Bossolasco
- Procaccini a Milano non rappresenta il nuovo, ma sicuramente il buono
- Nin di Terry Giacomello a Brenzone sul Garda: il viaggio a 360° con l’apprendista stregone della cucina non solo italiana