di Enrico Malgi
L’ossimoro forse non è casuale, ma è azzeccato comunque, così come il logo che è volutamente identico a quello di una famosa rivista vintage ancora in auge dopo più di settant’anni. E lo stesso locale, dall’aria retrò, è sicuramente vintage. Osteria Grand Hotel a Milano in Via Ascanio Sforza zona Naviglio Pavese,.
Qui è tutta un’altra Milano che corre meno veloce e che nostalgicamente guarda più al passato che al futuro, quasi a voler tornare indietro nel tempo quando negli anni ’80 la gente frequentava i numerosi cabaret lungo i Navigli per assistere agli spettacoli di Lella Costa, Angela Finocchiaro, Paolo Rossi, Enzo Jannacci, Giorgio Gaber, Claudio Bisio e tanti altri ancora. L’Osteria stava là già da molto tempo prima, addirittura dall’inizio del XX secolo quando si chiamava “El Gandin”. La sera si ballava e si giocava a bocce. Adesso non si balla più, ma il campo di bocce sta ancora lì a sfidare il tempo e le mode e dal 1981 il locale si chiama Osteria Grand Hotel.
Nascosto pudicamente in un vicoletto a fianco di un famoso bistellato, che invece sta sulla strada principale per farsi ammirare. Atmosfera old style e d’antan, ma tutto sommato tranquilla, elegante ed informale. Ci accomodiamo all’aperto in una giornata di caldo sole settembrino. Sopra di noi e tutto intorno pende un groviglio di glicine e di profumati fiori di gelsomino.
Il gestore Fabrizio Paganini, grande esperto di vini e dall’aria seriosa, sta qui dall’inizio dell’avventura dell’Osteria. Propone una cucina semplice, senza fronzoli ma genuina e gustosa. Piatti intelligenti che si rifanno alla vecchia tradizione meneghina e/o nazionale, ma rivisitati in chiave moderna e praticando poi ottimi prezzi. La Guida del Gambero Rosso 2019, infatti, ha elargito all’Osteria il Premio Speciale Miglior Qualità/Prezzo. Le selezionate materie prime, a marchio Slow Food, arrivano da qualificati ed affidabili produttori italiani. Monumentale la carta dei vini, con oltre settecento etichette.
Siamo due coppie e da buoni amici decidiamo di dividerci tutte le pietanze.
Un solo primo, tanto per assaggiare: Ravioli di coniglio con crema di peperone rosso alla brace. Ottima cottura. Prezioso il saporito ripieno. Gusto avvolgente e soddisfacente.
Appena cominciato siamo già ad una disputa austro-italiana. Il contenzioso riguarda la Viennese con rucola e pomodorini, alias Wiener Schnitzel, oppure detta cotoletta alla milanese, la cui ricetta sembra sia stata scippata da Radetzky durante l’occupazione all’ombra della Madonnina nel XIX secolo e detta anche “orecchia di elefante” per le sue grandi dimensioni. A parte tutto, comunque, ho gustato un’ottima carne, consistente, non unta e che non appesantisce.
Il piatto successivo è di quelli che ti fanno sobbalzare sulla sedia: Petto d’anatra con salsa di prugne. Carne succosa, tenera e ben cotta. Piatto raffinato e centrato.
Anche il piatto seguente non è da meno, anzi è stato quello che mi ha intrigato di più: Spalla di agnello cotta a bassa temperatura, con patate al forno. Una vera bontà. Spalla enorme che ha richiesto la collaborazione di più persone per finirla. Carne succulenta e croccante.
Come al solito a fine pasto non so rinunciare ad un’ottima selezione di formaggi territoriali. Qui potevo anche cavarmela da solo, ma generosamente ne ho offerto una parte ai miei amici di viaggio. Bocca resettata.
E adesso veniamo ai dolci: Parfait ai tre cioccolati con salsa al caffè e Tarte tatin di mele. La mia preferenza va senz’altro a quest’ultima. Anche se il parfait non è malvagio. E comunque si tratta di dolci squisiti e delicati.
Per bere ci siamo affidati al padrone di casa che ci ha consigliato uno Spumante Metodo Classico Extra Brut Blanc de Noir Farfalla di Angelo Ballabio e un Montepulciano d’Abruzzo Vigneto Sant’Eusanio di Valle Reale. Sui formaggi e sui dolci sono stato tentato dall’ottimo prezzo del Sauternes Chateau Guiraud Premier Cru Classé 1995 e così l’ho ordinato. Perfetto! Fabrizio alla fine ci ha voluto omaggiare di un Glen Grant 1969 di Silvano Samaroli. Eccezionale.
Ottimo pranzo. Ottimo il conto. Buono il servizio. Il tutto condito da un ambiente unico nel suo genere, tenendo conto che eravamo poco distanti dal centro di Milano ed invece sembrava che stessimo in aperta campagna. Locale sicuramente da rivisitare.
Foto di Marco Galetti e di Bart Herreman
Osteria Grand Hotel
Via Ascanio Sforza, 75 – Milano
Tel. 02 89511586 – 89516153
www.grandhotelosteria.it
Locale aperto tutti i giorni a cena, tranne il lunedì.
Sabato e domenica aperto anche a pranzo.
Menù alla carta.
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