OSTERIA DEI COMPARI
Via Granatelli – Morigerati
Tel. 339 788 8670
Aperto: a pranzo e a cena, dal giovedì alla domenica.
Chiuso: dal lunedi al mercoledi (mai in estate)
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Lo ripetiamo ogni volta, senza stancarci mai: il Cilento interno è capace di offrire alla vista e al cuore paesaggi spettacolari.
Il comune di Morigerati, a una decina di chilometri dal golfo di Policastro, è un gioiellino del Cilento collinare. Per arrivarci si fa il pieno di verde: la natura è selvaggia e, per fortuna, anche protetta. Siamo infatti in una delle oasi del WWF, che abbraccia il fiume Bussento e le sue grotte.
Proprio nel centro di Morigerati, percorrendo un vialetto tra le case in pietra, si arriva all’Osteria dei Compari di Pasquale e Francesca. Anche questa un’oasi, in verità. Dove ad essere tutelata è la cucina della memoria, del mangiare lento (segnalata non a caso nella Guida delle Osterie Slow Food anche quest’anno).
Una coppia di osti moderni, che ha fatto propria la filosofia cilentana del ‘cuoncio cuoncio’.
Hanno aperto il locale nel 2009, una piccola sala semplice e raccolta (con all’esterno un dehors super panoramico per la bella stagione). Arredamento minimale, con tanto di tovaglia a quadri e piccoli dettagli che raccontano la loro storia, ma anche la storia della meravigliosa realtà che sono le osterie italiane. Il benvenuto sentito, le chiacchiere tra un piatto e l’altro, il menu portavoce del territorio.
Qui in sala c’è appesa la maglia del Napoli dello scudetto ma anche la bandiera tricolore; ad un angolo dello specchio hanno incorniciato una sintesi del pensiero di Berlinguer e dal lato opposto è appeso il calendario dei carabinieri. Insomma, un’atmosfera piacevole e conviviale a ricordare che se è indiscutibile che siamo da secoli il Paese dei campanili, è anche vero che è riuscita a farsi strada una cultura politica nazionale nella quale riconoscersi ogni giorno.
E veniamo alla tavola dell’Osteria dei Compari.
Piccolo menu, ma bello denso. Per cominciare, trovate l’antipasto misto con i salumi locali e le verdure dell’orto preparate al momento; un’ottima scarola con crema di ceci e stracciatella; oppure delle montanarine calde calde.
Due o tre primi, come i classici ziti al ragù di maiale oppure un corroborante (e generoso) piatto di lagane e ceci, qui proposte ‘in rosso’. La pasta fresca è tirata a mano, con impasto da farine miste e i ceci sono gustosissimi.
Tra i secondi, polpette al sugo, grigliata di carne mista e – piccolo miracolo della memoria – l’uovo in purgatorio! Piatto tanto semplice quanto povero, di quando la carne era un lusso e si … allungava la cena con il sughetto abbondante che chiamava la scarpetta. E qui bisogna dire che il tipico pane cilentano si presta eccome a questo gioco dei ricordi.
Da bere, vino della casa e qualche buona etichetta cilentana. Il tutto anche al calice.
Raccomandiamo vivamente di lasciare uno spazio per i dolci di Francesca, casalinghi, ma molto ben eseguiti. Noi, di stagione, abbiamo trovato una crostata di zucca con amaretti e cannella e un budino, sempre di zucca, con il caramello.
Insomma, senza retorica, un posto dove tornare per trovare piatti che sanno di memoria e di casa.
Da segnare in agenda.
Conto sui 30 euro.
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